IL DIO CHIAMATO DORIAN

alt="il dio chiamato dorian"

ITALIA/ GERMANIA/ G.B. 1970

REGIA: Massimo Dallamano

CAST: Helmut Berger, Richard Todd, Herbert Lom, Marie Liljedahl, Margaret Lee, Maria Rohm, Beryl Cunningham, Isa Miranda, Eleonora Rossi Drago

Dorian Gray (Helmut Berger) è un bel ragazzo che frequenta gli ambienti più alti della scena londinese. Un giorno un suo amico decide di fargli un ritratto, col quale Dorian stipula una specie di patto: a invecchiare al posto suo sarà il dipinto e lui potrà quindi godere di eterna giovinezza. Da quel momento inizia una lunga escalation di conoscenze basate sull’attrazione sessuale: tutti, uomini e donne, rimangono attratti dalla sua bellezza che sembra non sfiorire mai.

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A 50 anni Dorian Gray ne dimostra ancora 30 e il suo gioco di seduzione continua, ma il conto da pagare arriva anche per lui, perché l’eterna bellezza non è detto che sia solo un vantaggio…

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Massimo Dallamano è un regista versatile e tutt’altro che banale, capace di mettere in piedi storie interessanti e ben articolate. Qua si confronta con Oscar Wilde, dando una sua personale rilettura al suo romanzo e puntando tutto sulla prestanza fisica dell’allora bellissimo Helmut Berger, nel pieno splendore del successo ottenuto grazie a Luchino Visconti.

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C’è da dire che il film in sé è poca cosa e purtroppo il guizzo creativo che poteva scaturire da un progetto così ambizioso è ridotto al minimo, in ogni caso IL DIO CHIAMATO DORIAN ha l’indubbio pregio di una regia curata e Berger è perfetto in una parte che sembra ritagliata apposta per lui. A conti fatti la storia quindi, si lascia seguire bene anche se Dallamano farà di meglio con i suoi lavori successivi. Senza infamia né lode.

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