ROBOWAR

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ITALIA, 1988

REGIA: Bruno Mattei

CAST: Reb Brown, Catherine Hickland, Romano Puppo, Claudio Fragasso, Mel Davidson, Massimo Vanni, Jim Gaines

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Per molti un cult a prescindere. La premiata ditta Mattei/ Fragasso recluta un gruppo di palestrati, gli mette in mano mitra, pistole e bombe a mano e li spaccia come “gente che ha fatto il Vietnam”. I sei nerboruti guerrieri sono incaricati di recuperare una potente arma da guerra in mezzo ai boschi e ai villaggi delle Filippine, ma appena arrivati a destinazione si accorgono di non aver appreso tutta la verità sulla pericolosità della missione, poiché in quelle zone si aggira un robot impazzito che, totalmente fuori controllo, polverizza, brucia e distrugge chiunque gli capiti a tiro. Fra sparatorie, fughe, combattimenti e stragi, alla fine c’è spazio anche per una piccola sorpresa…

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Robowar è un debole b-movie sfornato dall’esperto Bruno Mattei che, avvalendosi della sceneggiatura del collega Claudio Fragasso (qua presente anche come attore), attinge da più pellicole che negli anni ’80 andavano per la maggiore. Si tratta di un frullato fatto con pezzi di idee prese da Predator, Terminator, Rambo e Robocop che, senza troppa fantasia, vorrebbe incuriosire il pubblico appassionato del cinema fracassone d’oltreoceano per spingerlo a pagare il prezzo del biglietto. In realtà, col passare degli anni a ricordarsi di Robowar sono stati perlopiù gli amanti del trash e del nostro cinema di genere, anche se Mattei (che anche stavolta si firma col suo pseudonimo preferito Vincent Dawn), mettendo nomi “americaneggianti” nel cast ci aveva provato ad attirare un po’ di gente al cinema, lasciando intendere che il suo poteva essere un prodotto statunitense, in linea con gli esempi da cui prende spunto; “trucco” questo più che lecito, d’altra parte la moda del nome d’arte agli attori non l’ha certo inventata lui no?

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Dettagli tecnici a parte, il problema di Robowar è la noia. Le scorribande dei soldati riempiono gran parte del film, senza però che accada nulla di interessante; camminate, sparatorie e agitazione diffusa vorrebbero dare l’impressione del clima teso che i protagonisti della storia stanno respirando, in realtà è uno di quei casi in cui verrebbe da dire “tanto rumore per nulla”. Intendiamoci, la storia non sarebbe impostata male e Bruno Mattei è bravo col montaggio ma, seppur con una confezione tutt’altro che da buttare, l’impressione è quella di un film che gira a vuoto, senza sostanza, senza mordente e con poche trovate davvero divertenti.

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Gli attori non sarebbero nemmeno così male, in fondo per uno spettacolo del genere poco importa se qualcuno non è troppo credibile nel suo ruolo (c’è chi si appresta ad andare in una missione di guerra con i capelli phonati e con la maglietta che arriva all’ombelico, come se prima fosse stato in spiaggia per far colpo su qualche ragazza) e pure Catherine Hickland (vista in tanti telefilm e soap opera come Quando Si Ama, Supercar, Chips e La Famiglia Bradford, ma anche in La Casa 4 di Fabrizio Laurenti) ce la mette tutta per essere convincente quando urla e si dimena come una pazza, ma manca la sostanza e i tentativi di tutti quanti (regia e cast) per intrattenere lo spettatore girano a vuoto e gli sbadigli hanno la meglio.

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Ad aggravare il tutto ci sono gli effetti speciali che, o sono troppo blandi (c’è qualche scheletro, qualche corpo carbonizzato, un braccio mozzato e poco più, poca roba insomma, tanto che il film è uscito senza divieti) o funzionano male ma, quel che è peggio, è che il “piatto forte” del film lascia il tempo che trova: il robot “distruttore” è un uomo in tuta con un casco nero in testa, spara raggi laser più o meno a caso e si muovi in maniera goffa, dando l’idea di un’arma definita “micidiale”ma che poi, almeno a guardarla, così terribile non sembrerebbe.

robowar vincent dawn

Prodotto dalla Flora Film di Franco Gaudenzi, Robowar è un film che può piacere agli appassionati più assennati, distribuito quando questo tipo di cinema all’italiana, fatto con pochi mezzi e molta improvvisazione, stava sparando gli ultimi colpi.

Musiche incalzanti dell’esperto Al Festa.

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