UNA LUCERTOLA CON LA PELLE DI DONNA

alt="una lucertola con la pelle di donna"

ITALIA/ FRANCIA/ SPAGNA, 1971

REGIA: Lucio Fulci

CAST: Florinda Bolkan, Jean Sorel, Anita Strindberg, Ely Galleani, Silvia Monti, Alberto De Mendoza, Penny Brown, Mike Kennedy

A Londra, una ricca donna borghese (Florinda Bolkan), si confida col suo analista raccontandogli i suoi sogni, che riguardano in maniera ricorrente la viziosa vicina di casa (Anita Strindberg), una bella e aristocratica signora che organizza orge a base di droga. Un giorno, dopo aver sognato di uccidere la donna (e dopo averlo confidato al suo psichiatra), questa viene trovata morta sul serio. Da quel momento, per la protagonista comincia un incubo a base di inseguimenti, aggressioni e sogni che diventano reali, orchestrati da qualcuno che vuol farle la pelle. Ma è stata davvero lei a commettere il delitto?

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UNA LUCERTOLA CON LA PELLE DI DONNA è una delle più celebri pellicole di Lucio Fulci. Si tratta di una storia gialla sospesa tra trovate geniali, scene raccapriccianti e immagini oniriche, con belle sequenze che dimostrano finezze registiche notevoli: la Bolkan inseguita da un tipo coi capelli rossi che cerca di ucciderla in tutti i modi è impossibile da dimenticare.

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Fulci inserisce diversi elementi all’interno del film che nulla hanno realmente a che vedere con la trama, ma che sortiscono l’effetto di gettare lo spettatore in una dimensione sospesa fra incubo, realtà e morbosità. Ad esempio, viene sottolineata l’attrazione incestuosa di una ragazza (Ely Galleani) verso il padre, ma la sequenza più celebre e più disturbante (che creò a Fulci anche diversi problemi con la censura) è quella in cui la Bolkan apre la porta di una clinica e trova dentro dei cani vivisezionati, tenuti in vita artificialmente da una schiera di dottori; scena tanto realistica e ben realizzata da essere scambiata, all’epoca, per vera (ma il responsabile era in realtà un ottimo Carlo Rambaldi).

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In UNA LUCERTOLA CON LA PELLE DI DONNA si parla di omosessualità femminile (anche se tutto è solo suggerito): la protagonista è sposata e apparentemente eterosessuale, ma l’attrazione fisica che sente per la sua vicina di casa è destinata a esplodere prepotentemente, in barba alla vita di facciata che credeva di poter portare avanti.

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Se alla fine la soluzione dell’enigma risulta debole e tirato per i capelli (viene spiegato a parole dal commissario) non possiamo che dire un bel “ma chi se ne frega”, perché il film di Lucio Fulci funziona e riesce nella sua missione: divertire, stupire e impressionare. Da non perdere.

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