LA CASA DEI FANTASMI, William Castle, USA 1959

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Un distinto signore (Vincent Price) lancia una scommessa e diverse persone rispondono al suo annuncio: metterà a disposizione la sua casa una notte intera e chi riuscirà a arrivare incolume alla mattina successiva, riceverà un premio in denaro. Apparentemente, nulla di più semplice: non è così, visto che la casa parrebbe abitata dai fantasmi.

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Allo scoccare della mezzanotte, i partecipanti cominciano a avvertire strane presenze. Il limite tra suggestione, fantasmi veri e complotti orditi dal padrone di casa diventa indefinito e i concorrenti rimangono vittime di macabre visioni a base di scheletri, teste recise e particolari macabri. Ma qual è la ragione di tutto ciò?

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Notevole film dell’esperto in brividi William Castle, che si diverte a prendere in giro lo spettatore con colpi di scena creati ad hoc. L’idea vincente de LA CASA DEI FANTASMI è quella di non dare mai certezze e di non fornire troppe spiegazioni circa gli eventi narrati. Lo spasso maggiore è dato dalle congetture dei protagonisti, che cercano di razionalizzare le visioni spaventose all’interno della casa.

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I personaggi sono burattini all’interno di uno spaventoso teatrino, con Price che ne muove i fili e che, al solito, sembra trovarsi a perfetto agio in un ruolo che gli consente ancora una volta di poter rivestire i panni dell’estroso personaggio malefico che dirige i giochi.

Molta ironia, bella fotografia (del film esiste anche una versione colorizzata), dialoghi divertenti e colpi di scena spaventosi, fanno de LA CASA DEI FANTASMI una delle più classiche storie di paura e, anche se oggi il film di Castle appare datato, rimane immutato il fascino che una pellicola del genere può trasmettere.

Sicuramente merita un’occhiata, se non altro per la presenza di Price che non delude mai.

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USA, 1959

TITOLO ORIGINALE: House On Haunted Hill

REGIA: William Castle

CAST: Vincent Price, Carol Ohmart, Richard Long, Alan Marshal, Carolyn Craig, Elisha Cook Jr., Julie Mitchum

 

IL POZZO E IL PENDOLO, Roger Corman, USA 1961

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Un giovane inglese si reca in un grande castello per capire il motivo che ha portato alla morte la sorella. Il maniero è abitato da Nicholas Medina (Vincent Price), ex marito della donna sconvolto dal dolore. Le enormi stanze di quella dimora nascondono però segreti millenari: il padre del marito era un sanguinario inquisitore.
In un’atmosfera dove il passato sembra confondersi col presente, Medina riveste i panni del folle padre e cerca di ricalcarne le gesta, sottoponendo lo sventurato visitatore alla tortura del pendolo.

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Rivisitazione di Roger Corman di uno dei più classici racconti di Edgar Allan Poe. La storia in realtà non ha nulla a che vedere con le pagine dello scrittore di Boston tranne che per l’idea del pendolo mortale, ma c’è anche l’ipotesi di un seppellimento prematuro, elemento che aumenta il richiamo alle atmosfere delle storie di Poe con la citazione di un altro suo racconto.

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Le locations de IL POZZO E IL PENDOLO sono molto belle e formano un bel quadro gotico, in cui le stanze del castello sono arredate in perfetto stile antico e dove possiamo assistere alla ricostruzione della “camera delle torture” usata dall’Inquisizione, con l’aggiunta del pendolo mortale. Vincent Price è al solito bravissimo, sfruttata poco risulta invece Barbara Steele, che pur assicurando il suo nome nel cartellone richiamando l’attenzione degli appassionati, compare solo nei flashbacks è non è parte integrante della vicenda.

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L’intreccio in ogni caso funziona e la storia appassiona, anche se risulta un po’ troppo abbondante l’uso dei dettagli narrativi. Se vi piacciono i castelli sinistri apprezzerete sicuramente IL POZZO E IL PENDOLO, anche se non c’è nulla che faccia gridare al capolavoro. Come dire: il film ha un suo perché ma non convince fino in fondo, ma le scenografie e la recitazione quasi teatrale e piena di enfasi di Vincent Price da soli valgono il prezzo del biglietto, quindi tutto il resto è secondario. Dategli un’occhiata.

Sceneggiatura di Richard Matheson.

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TITOLO ORIGINALE: The Pit And The Pendulum

USA, 1961

REGIA: Roger Corman

CAST: Vincent Price, John Kerr, Barbara Steele, Luana Anders, Antony Carbone, Patrick Westwood, Larry Turner

IL MOSTRO CHE UCCIDE, Crane Wilbur, USA 1959

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Una scrittrice affitta una villa isolata insieme alla sua governante, per poter scrivere il suo nuovo romanzo giallo senza scocciature, ma nei dintorni un maniaco nerovestito soprannominato “Il Pipistrello” fa strage di donne, sgozzandole con un guanto artigliato.

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Dopo un furto in banca, un uomo viene arrestato e accusato ingiustamente e la donna si rende conto che il bottino è nascosto proprio all’interno della villa, così comincia a darsi da fare per trovarlo, ma Il Pipistrello è però presente e ben attento a quello che succede e, dopo diversi morti, viene svelata la sua identità.

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IL MOSTRO CHE UCCIDE è un modesto film con Vincent Price, bravo come al solito ma in questo caso poco valorizzato. La storia è farraginosa e nonostante la breve durata nel complesso risulta di una noia mortale; l’unica cosa efficace è la presenza del mostro, un uomo in nero col cappello che indossa un guanto artigliato (vi ricorda qualcosa?).

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C’è da pensare seriamente che Wes Craven abbia pescato a piene mani da questo film, perché l’ombra del mostro che compare nel muro ricorda Freddy Krueger in maniera perfino troppo evidente. Dietrologia? Può darsi, ma la somiglianza è in ogni caso altissima.

Detto questo, non rimane molto altro da dire su questa pellicola dall’intreccio giallo poco interessante e con un gruppo di attori che si agitano cercando di spaventare o di creare una tensione assente; ogni tanto c’è anche qualche pallido tentativo di giocare con l’ironia, ma anche questo espediente risulta di poco impatto.IL MOSTRO CHE UCCIDE è, in ogni caso, considerato da molti un classico.

Tratto da un’opera teatrale intitolata The Bat.

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TITOLO ORIGINALE: The Bat

USA, 1959

REGIA: Crane Wilbur

CAST: Vincent Price, Agnes Moorehead, Gavin Gordon, John Sutton, Lenita Lane, Elaine Edwards, John Bryant

LA ROSSA MASCHERA DEL TERRORE, Gordon Hessler, G.B. 1969

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Durante un rito voodoo in Africa, un uomo si risveglia col volto completamente tumefatto. Tenuto segregato dal fratello (Vincent Price), viene un giorno erroneamente creduto morto e sepolto vivo. Poco tempo dopo, un trafugatore di cadaveri (Christopher Lee) si ritrova in casa la tomba dell’uomo, recuperata da un suo scagnozzo che si preoccupa di trovargli corpi freschi per i suoi esperimenti.

L’uomo sfigurato decide di rimanere in casa del dottore (che si premura di tenerlo nascosto) e così, creduto morto da tutti, avrà modo di vendicarsi e di scatenare la sua rabbia repressa, in particolare nei confronti del fratello col quale si ritroverà in un faccia a faccia mortale. Ma c’è un orrido contrappasso da superare…

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LA ROSSA MASCHERA DEL TERRORE è una buona pellicola ispirata a uno dei più celebri racconti di Edgar Allan Poe (La Cassa Oblunga),ma Hessler fa due citazioni in un colpo solo, perché il riferimento è anche a La Maschera Della Morte Rossa, altro racconto di Poe e precedentemente portato sullo schermo da Roger Corman.

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La storia si svolge senza particolari colpi di genio, ma si lascia seguire bene e i due mostri sacri Lee e Price se la cavano alla grande anche se non offrono particolari virtuosismi (di cui sarebbero capaci). Gli elementi tipici del gotico ci sono tutti: vicoli bui, presenze ambigue, persone senza scrupoli e l’atmosfera fredda che avvolge i personaggi. Merita una visione. Senza infamia né lode ma si lascia apprezzare.

Una curiosità: Gordon Hessler ha diretto diversi episodi della serie Alfred Hitchcock Presenta.

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TITOLO ORIGINALE: The Oblong Box

G.B. 1969

REGIA: Gordon Hessler

CAST: Vincent Price, Christopher Lee, Rupert Davies, Uta Levka, Sally Geeson, Alister Williamson, Hilary Heath

I MAGHI DEL TERRORE, Roger Corman, USA 1963

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Il Dr. Craven (Vincent Price) riceve la visita di un corvo, che è in realtà un mago (Peter Lorre) sotto mentite spoglie, colpito da un maleficio. Una volta riprese sembianze umane, i due si alleano per sconfiggere il Dr. Scarabus (Boris Karloff), un potente e malvagio stregone che si vanta delle sue immense capacità. Arrivati al castello di Scarabus, il Dr. Craven si rende conto che la sua ex moglie non è morta come aveva fatto credere, ma è diventata l’amante del perfido rivale.

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A questo punto non resta che un duello all’ultima magia, per stabilire in maniera definitiva chi sia il più potente di loro: Scarabus e Craven, seduti uno di fronte all’altro, con l’uso delle mani e dello sguardo si lanciano vicendevolmente incantesimi mortali, ma come dice il proverbio, chi si loda s’imbroda e la troppa sicurezza nelle proprie capacità può giocare brutti scherzi.

Partendo dalla poesia di Edgar Allan Poe The Raven, Richard Matheson partorisce una sceneggiatura nuova di zecca per l’ennesimo film ispirato alle storie del celebre scrittore di Boston. Solo che qua i toni sono nettamente differenti rispetto agli altri film di Corman realizzati per la A.I.P, perché l’intenzione è quella di rendere caricaturiali i volti noti del panorama horror di quel periodo.

Ecco quindi che Price, Karloff e Lorre diventano autoironici all’ennesima potenza sfoderando la loro carica espressiva che, stavolta, è mirata a regalare agli spettatori non brividi e spaventi ma una bella risata. Divertenti i siparietti fra mostri sacri del cinema del brivido: Lorre è un mago di mezza tacca brontolone, Priceun distinto signore sempre ben attento a non cedere alle cadute di stile e Karloff un austero mago che usa il suo sguardo torvo per comunicare la sua innata superiorità. Numeri di magia mirabolanti, effetti speciali ingenui ma simpatici e dialoghi scoppiettanti colmi di black humor sono il piatto forte per questo gotico improntato sull’ironia. C’è anche un Jack Nicholson giovanissimo ma già molto espressivo.

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Sono stati in molti a non averlo apprezzato, anche se Corman si dichiarò estremamente soddisfatto del risultato. Non è un capolavoro, ma un piccolo spazio se lo ritaglia comunque.

Gradevole.

Una curiosità: in una delle locandine italiane c’è scritto Edgard Allan Poe, lo scrittore viene citato con una D di troppo!

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TITOLO ORIGINALE: The Raven

USA, 1963

REGIA: Roger Corman

CAST: Vincent Price, Peter Lorre, Boris Karloff, Hazel Court, Olive Sturgess, Jack Nicholson, Connie Wallace, William Baskin

L’ULTIMO UOMO DELLA TERRA, Sidney Salkow, USA/ Italia 1964

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Il Dottor Morgan (Vincent Price) è l’unico sopravvissuto a una tremenda epidemia: portato dal vento, un terribile virus ha trasformato tutta la popolazione in vampiri ambulanti, che si nascondono di giorno e escono allo scoperto al calar del sole; lo studioso passa le sue giornate a infilzare i pericolosi mostri con paletti di legno e a bruciare i corpi e, circondato da specchi (i vampiri non sopportano di vedere la loro immagine) e da collane d’aglio, lotta quotidianamente per la sua vita.

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Un giorno il dottore conosce una ragazza contagiata dal morbo, che attraverso un siero riesce a tenere in incubazione il virus e, partendo da questo, si rende quindi conto che qualcuno, prima di lui, è riuscito a creare un vaccino efficace, ma il popolo dei vampiri nel frattempo si fa sempre più minaccioso…

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Girato all’Eur di Roma, L’ULTIMO UOMO DELLA TERRA ha un bellissimo impatto visivo che all’epoca non venne colto. Tratto da un libro di Richard Matheson, ha il pregio di riuscire a creare un’atmosfera di totale solitudine e Vincent Price, che corre in perfetta solitudine nello scenario di una Roma deserta è bellissimo. La sua interpretazione è ottima su tutti i fronti: passa dalla risata isterica al pianto senza batter ciglio.

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L’ULTIMO UOMO DELLA TERRA è uno di quei casi in cui il detto “fare di necessità virtù” vale più di qualsiasi altra cosa, poiché con pochissimi mezzi e con una scenografia spoglia, la storia riesce a essere incalzante e avvincente. Con pochi soldi, non era facile ritrarre una Roma apocalittica di questa portata, ma la bella fotografia, precisa e curata, contribuisce non di poco alla riuscita del progetto. Comunque, tutto il film è retto interamente dall’interpretazione superba di Vincent Price, anzi, diciamo pure che lui è il film. Davvero notevole.

Regia attribuita a Ubaldo Ragona (per motivi produttivi) ma direzione effettiva di Sidney Salkow.

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TITOLO ORIGINALE: The Last Man On Earth

USA/ ITALIA, 1964

REGIA: Sidney Salkow

CAST: Vincent Price, Franca Bettoia, Emma Danieli, Umberto Raho, Giacomo Rossi Stuart, Christi Courtland