7 PER L’INFINITO CONTRO I MOSTRI SPAZIALI

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TITOLO ORIGINALE: Horror Of The Blood Monsters

USA, 1970

REGIA: Al Adamson

CAST: John Carradine, Robert Dix, Joey Benson, Bruce Powers, Vicki Volante, Fred Meyers

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Sconclusionato e girato frettolosamente, questo delirio di Al Adamson racconta di alcuni vampiri spaziali che, per loro comodità, decidono di invadere la Terra per succhiare il sangue agli umani. Per arginare il danno, una spedizione di valorosi combattenti parte alla volta di un misterioso e lontanissimo pianeta alla ricerca dell’origine del male, ma una volta arrivati trovano uno scenario inaspettato e surreale, con tribù primitive e mostri di ogni tipo che combattono quotidianamente per il controllo del territorio…

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Posso capire che un film con una trama del genere potrebbe incuriosire lo spettatore meno esperto, ma 7 Per L’Infinito Contro I Mostri Spaziali è brutto parecchio, anche se il titolo è a suo modo geniale. Senza mezzi e con un budget praticamente inesistente, il “Re del trash” Adamson si ingegna per tenere alta l’attenzione dello spettatore e, anche se di accattivante c’è davvero poco, dobbiamo riconoscergli un discreto senso del ritmo.

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John Carradine viene usato come “nome” da mettere nel cartellone e la sua presenza è slegata dal resto della storia, visto che il suo ruolo si limita a quello del “dotto” professore che dispensa consigli al resto della truppa, senza scendere mai in prima linea, così viene da pensare che tutta la parte di girato con lui presente sia stata realizzata a parte. Il lavoro di Adamson è comunque un copia/incolla per l’uso di scene di repertorio non girate da lui, infatti la storia è infarcita di sequenze prese dalle serie tv anni ’60 UFO e Kronos, in più ci sono anche altre scene appiccicate con animali giganti e combattimenti prese da un film filippino (che non sono riuscito a identificare).

Tra vampiri dagli enormi denti (di plastica), granchi giganti, uomini pipistrello, strane creature dotate di antenne che abitano in un lago, cavernicoli aggressivi, belle donne impaurite e improvvisate radiazioni che fanno diventare verde o rosso il misterioso pianeta esplorato dai protagonisti (il merito è dei filtri colorati) e improbabili astronavi, Horror Of The Blood Monsters incuriosisce per il clima anarchico che si respira, un viaggio simile a un sogno dove le regole cinematografiche diventano poco più che un’opinione. E’ un modo di fare cinema che non esiste più, anche se in tutta sincerità la vera protagonista spesso diventa la noia e tenere gli occhi aperti fino alla fine non è poi così facile. Comunque, è un cult a prescindere, quindi chi è amante delle cose bizzarre un’occhiata dovrebbe dargliela.

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