SLITHER

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USA/ CANADA, 2006

REGIA: James Gunn

CAST: Elizabeth Banks, Michael Rooker, Nathan Fillion, Gregg Henry, Jenna Fischer, Tania Saulnier, Don Thompson

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Senza troppe idee, James Gunn confeziona un fanta-horror dalla trama risaputa, mixando trovate grafiche e effetti splatter che traggono ispirazione da tante pellicole del passato. In Slither c’è il solito meteorite che, atterrato in una cittadina qualsiasi come tante se ne sono già viste dà il via a un orribile contagio. Il primo ad aver a che fare con gli effetti nefasti del corpo celeste è un abitante della zona, che ha la sfortuna di dover ospitare un parassita all’interno del proprio corpo. In seguito a una serie di orribili mutazioni, il contagio si espande e gli abitanti devono fare i conti con orribili vermi alieni che trasformano in zombi grandi e piccini…

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Non serve a molto insistere sui dettagli di una storia che sembra scritta apposta per includere tutto quello che è già stato visto nell’ambito dell’horror e della fantascienza; la storia è per certi versi simile a Dimensione Terrore di Fred Dekker, ma i vermi che penetrano all’interno dei corpi delle vittime paiono provenire da Il Demone Sotto La Pelle di David Cronenberg e le viscide mutazioni ricordano molto Society di Brian Yuzna. Se poi qualcuno avesse voglia di continuare a cercare “ispirazioni”,si  potrebbero trovare in Slither riferimenti anche a L’Alieno di Jack Sholder e a chissà quante altre pellicole, ma il problema è che pur con una confezione curatissima, di divertente alla fine c’è davvero poco.

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L’ironia diffusa fa capire che non c’è niente da prendere sul serio, eppure si ha l’idea di una storiella costruita con la precisa intenzione di far vedere allo spettatore tutto quello che già si aspetta, senza però stupire mai e fallendo nel tentativo di tenere alta l’attenzione, perché seppur vantando un ritmo sostenuto, Slither fa fatica a scorrere e, tutta l’agitazione dei personaggi che si affannano per dare l’impressione del “caos” gira a vuoto.

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In definitiva, l’impressione è quella di un b-movie ruffiano, preparato per accontentare un pubblico che già prima dei titoli di testa sa bene quello che vuol vedere, ma manca il mordente e i personaggi non sono mai interessanti, così quando appaiono i titoli di coda la sensazione è quella tipica del tempo buttato via.

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