ORE 11:14/ DESTINO FATALE

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TITOLO ORIGINALE: 11:14

USA, 2003

REGIA: Greg Marcks

CAST: Henry Thomas, Blake Heron, Barbara Hershey, Clark Gregg, Hilary Swank, Patrick Swayze, Colin Hanks, Ben Foster

Un incidente causa la morte di una ragazza  alle 11:14 di sera, orario che funziona come comune denominatore per una serie di elementi che vengono raccontati: c’è una grossa somma di denaro e una discussione su come utilizzarla, un gruppo di ragazzi ubriachi, un occultamento di cadavere e altro ancora. Il destino non lascia scelte, perché un fatto preciso che accade in un posto qualsiasi crea una diretta conseguenza da un’altra parte e così, cinque storie differenti si intersecano toccandosi l’una con l’altra.

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Esordio alla regia di Greg Marcks, che per ORE 11:14 DESTINO FATALE vinse un premio al prestigioso Festival di Sitges nel 2003. Il regista si concentra sulla struttura narrativa, che richiama ancora una volta il concetto delle sliding doors, così la coerenza spazio temporale viene smontata per mostrare le vicende dei personaggi che cercano di programmare il loro futuro, ignari che anche solo un piccolo particolare può mandare tutto all’aria. L’ispirazione è molto tarantiniana e ricorda i flashbacks di Pulp Fiction, ma a conti fatti 11:14 non è del tutto riuscito.

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Il problema è la convinzione di poter creare in maniera un po’ facile un progetto avvincente, che però alla lunga annoia e stupisce poco, inoltre i “grandi nomi” del cast (uno spento Patrick Swayze e una spaesata Barbara Hershey) fanno poco per una pellicola che avrebbe funzionato meglio come cortometraggio. ORE 11:14 DESTINO FATALE è una specie di puzzle da ricostruire, che dopo un po’ diventa troppo lungo e inutilmente incasinato. Non che le situazioni non siano ben costruite (al contrario, Marcks si muove bene con la telecamera), ma è proprio il plot in sé a essere poco interessante.

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C’è da dire anche che la carne al fuoco è tanta, troppa e, per rendere verosimile l’intreccio, Marcks “cade” in ingenuità che vengono notate anche da chi non ha l’occhio troppo vispo: per quale motivo dovrebbe essere occultato un cadavere se si è innocenti? E come può essere credibile una ragazza con i tacchi altissimi e truccata a festa che in pochissimo tempo rimette a posto una macchina in panne, meglio e più velocemente di un meccanico esperto?

Se non ci fosse stata la volontà di prendersi troppo sul serio poteva anche andar bene così, invece in una storia dove è il destino a dettare le regole e dove tutto, per essere credibile, deve tornare alla perfezione, le incongruenze pesano come un macigno.

Comunque, ORE 11:14 DESTINO FATALE ha una buona regia e un discreto senso del ritmo, quindi se si hanno le pretese basse c’è la possibilità di trovarci anche qualcosa di buono.

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