OCCHI SENZA VOLTO

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TITOLO ORIGINALE: Les Yeux Sans Visage

FRANCIA/ ITALIA, 1960

REGIA: Georges Franju

CAST: Pierre Brasseur, Alida Valli, Juliette Mayniel, Edith Scob, François Guérin, Alexandre Rignault, Béatrice Altariba

Un affermato chirurgo è specializzato in trapianti di pelle. Il dottore cura imperfezioni e cicatrici nei volti delle persone, ma la sua vita cambia quando sua figlia rimane sfigurata dopo un un terribile incidente. Con l’aiuto di una donna (Alida Valli) a lui grata per averle restituito la perduta bellezza, il professore rapisce e narcotizza giovani ragazze per espropriarle dei tessuti cutanei del viso e trapiantarli nel volto della figlia, che nel frattempo viene creduta morta dalla polizia (dopo un abile gioco di scambio di credenziali con un’altra ragazza deceduta), situazione questa che permette al luminare di poter lavorare indisturbato.

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Dopo un primo trapianto che sembrerebbe essere andato a buon fine, il volto della ragazza comincia a andare in necrosi e in lei si scatena la follia, così avvalendosi della collaborazione di una muta di cani che per lei sono pronti a diventare ferocissimi, la figlia del professore vaga in cerca della sua personale vendetta…

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Siamo di fronte a un autentico capolavoro. OCCHI SENZA VOLTO è il film che ha dato il via a tutte le pellicole in cui viene trattato il tema del trapianto di pelle ai danni di giovani ragazze. L’aria che si respira è ricca di poesia e la recitazione degli attori è di alto livello (grandissimi Pierre Brasseur e Alida Valli). Le operazioni chirurgiche  (ma anche i violenti attacchi dei cani) non vennero gradite dalla censura dell’epoca, che impose una versione epurata per i cinema italiani.

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Le musiche, malinconiche e fluttuanti, contribuiscono a creare un’atmosfera di tristezza assoluta che evidenzia il triste destino dei personaggi; perfino il padre assassino e la perfida aiutante sembrano vittime, schiavi della ricerca di una felicità che non può esistere. Stupenda è anche la fotografia, un bianco e nero limpido e avvolgente dai toni gotici e romantici.

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Francois Truffaut seguì in prima persona la genesi di questo film, poiché considerava Georges Franju uno dei migliori registi francesi di quel periodo. La visione è d’obbligo, ci troviamo di fronte a una pellicola che ha ispirato tantissimi autori che verranno in seguito e che si pone a un livello altissimo nel cinema gotico dell’epoca.

Da non perdere.

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