VIOLENZA IN UN CARCERE FEMMINILE

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ITALIA/ FRANCIA, 1982

REGIA: Bruno Mattei

CAST: Laura Gemser, Gabriele Tinti, Franca Stoppi, Lorraine De Selle, Françoise Perrot, Leila Ducci

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Emanuelle (Laura Gemser) è una giornalista che, sotto falso nome, viene internata in un carcere allo scopo di documentare per il magazine in cui scrive le condizioni delle detenute. Appena arrivata, si trova immediatamente in un clima di violenza e sopraffazione. La direttrice (Lorraine De Selle, conosciuta ai più per Cannibal Ferox di Umberto Lenzi) è una viziosa, che oltre a farsela col direttore della parte maschile del carcere, ama far violentare le detenute da un manipolo di brutti ceffi.

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Il suo braccio destro è una secondina di rara cattiveria (Franca Stoppi, già vista in Buio Omega e L’Altro Inferno), lesbica e sadica, che sequestra le droghe alle detenute per farne uso personale e le costringe a forzati rapporti saffici per soddisfare la sua voglia insana di violenti orgasmi. L’unica presenza positiva sembrerebbe essere un dottore dall’animo buono (Gabriele Tinti) e, dopo averne passate di tutti i colori, Emanuelle potrà finalmente documentare gli orrori vissuti all’interno della squallida prigione…

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Bruno Mattei e Claudio Fragasso rispolverano il personaggio della bella giornalista di colore interpretata da Laura Gemser, che tanto successo aveva avuto nella seconda metà dei ’70. Solo che qua Emanuelle (a differenza del personaggio portato avanti da Massaccesi) è totalmente vittima di ciò che si trova intorno e priva della scaltrezza che possedeva nei film precedenti: in una scena abbastanza forte viene addirittura sbranata dai topi. La Gemser appare spenta, svogliata e confusa, ben diversa da come eravamo abituati a vederla nelle sue avventure perverse in giro per il mondo.

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Insieme a Blade Violent (un film gemello di questo che ne riprende ambientazioni e personaggi) realizzato sempre da Mattei e Fragasso, VIOLENZA IN UN CARCERE FEMMINILE è un tentativo di ridare luce alle avventure della bella reporter inserendola in un ambiente carcerario e seguendo le regole tradizionali del genere W.I.P, solo che qua la luce che brillava nei gloriosi anni ’70 appare debole e offuscata.

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La storia è virata sull’erotico (a differenza del film gemello, assai più violento e generoso nello splatter), anche se non mancano esempi di crudeltà assortite, con bastonate, ricatti e sopraffazioni. Nel film è presente anche la pornostar Françoise Perrot, che in quel periodo era impegnata nelle prime produzioni hard italiane. Da salvare c’è poco, anche se nell’insieme VIOLENZA IN UN CARCERE FEMMINILE si lascia comunque guardare.

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Consigliato agli amanti del genere carcerario e ai fans di Laura Gemser che, anche stavolta, si offre nuda e generosa come sempre.

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