AFRICA ADDIO

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ITALIA, 1966

REGIA: Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi

VOCE NARRANTE: Sergio Rossi

AFRICA ADDIO è un lungo viaggio in varie zone dell’Africa, realizzato per catturare immagini e raccogliere testimonianze sui cambiamenti che il continente stava attraversando intorno alla metà degli anni ’60. Finita la colonizzazione, gli indigeni cercano una propria identità, appoggiandosi a stili e a rituali importati dai paesi cosiddetti “civilizzati”: le donne cominciano a vestirsi in maniera ammiccante per rinnegare la schiavitù vissuta durante il colonialismo e chi può prende possesso delle ricchezze che fino a quel momento erano di proprietà degli inglesi.

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Nel lungo viaggio di Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi, viene mostrata la grande fatica che l’Africa fa per civilizzarsi, perché in assenza di leggi efficaci a causa delle mutazioni repentine che stavano avvenendo, il territorio africano si trasforma in un’immensa battuta di caccia, dove i bracconieri danno libero sfogo alla loro furia distruttiva. Quello che più disturba in questa pellicola è l’insistita attenzione sulle stragi ai danni di animali (tante, troppe): elefanti macellati e privati delle zanne, ma anche massacri di gazzelle, ippopotami e zebre; immense mattanze impossibili da controllare anche per gli organi che cercavano di occuparsi della tutela della fauna.

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Vediamo lunghe distese di cadaveri di suore, arabi e musulmani, ripresi dall’alto volando in elicottero con l’occhio del pilota che cade su fosse comuni, piene di teste e mani tagliate di netto che formano grosse montagne putrescenti. Un processo di automassacro a cui l’Africa era destinata per l’assenza di un Governo e di uno Stato autonomo e, per stuzzicare la sensibilità dello spettatore di fronte alla crudezza delle scene mostrate, viene usata la partitura di Riz Ortolani: musica dolce e immagini shock (come ormai è stato appurato più volte), nei mondo movie formano un mix micidiale e i registi lo sapevano bene.

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Molte le polemiche (che hanno aumentato la popolarità di AFRICA ADDIO) all’uscita del film: apologia del colonialismo e fascismo nella rappresentazione degli eventi bastano e avanzano per spedire questo film nell’Olimpo dei film maledetti per sempre. Le discussioni sull’autenticità di tante scene continuano ancora oggi, anche se per chi scrive l’ipotesi più verosimile è che Jacopetti e Prosperi siano riusciti a creare un immenso meccanismo di propaganda per ottenere pubblicità, spacciando per vere (e poi smentendo) alcune situazioni, create ad hoc a mo’ di fiction. In ogni caso, le uccisioni degli animali non sono ricostruite e, anche solo per questo, la visione di AFRICA ADDIO risulterà insostenibile per un gran numero di persone. Eppure, all’epoca incassò un botto…

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