MACCHIE SOLARI

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ITALIA, 1975

REGIA: Armando Crispino

CAST: Mimsy Farmer, Ray Lovelock, Barry Primus, Carlo Cattaneo, Angela Goodwin, Gaby Wagner, Massimo Serato, Ernesto Colli, Maria Pia Attanasio

D’estate, il numero dei suicidi aumenta; pare che la causa sia l’effetto che il Sol Leone provoca nelle menti più deboli. I giornali di cronaca e la tv ritengono responsabile di tutto questo la canicola estiva e le “macchie solari”, che sarebbero in grado di scatenare i comportamenti autodistruttivi delle persone fino a condurle sull’orlo della follia.

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La vicenda si svolge a Roma e vediamo Mimsy Farmer nei panni di un medico che lavora all’obitorio, una ragazza vittima di visioni orribili causati dai suoi conflitti interiori. Il suo fidanzato (un sempre nudo Ray Lovelock) cerca di distrarla e di farle vivere il sesso in maniera appagante, ma per lei la frigidità rappresenta uno scalino molto difficile da superare.

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A questo si aggiungono un padre donnaiolo (che le vuole bene, ma poco capace di dimostrarlo) e alcuni suicidi non troppo in linea con i casi precedenti, che farebbero pensare a veri e propri delitti. In un clima pieno di ansia, in cui i maschi più laidi vorrebbero in tutti i modi mettere le mani (e non solo) sulla bella dottoressa, verrà fuori una torbida storia a base di complotti e ricatti.

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MACCHIE SOLARI è un’interessante pellicola di Armando Crispino (L’Etrusco Uccide Ancora) che alterna spunti interessanti (il sole che agisce sulla psiche umana) a inutili lungaggini. Il problema più grande è che dopo un po’ la storia diventa intricata e infarcita di particolari che la appesantiscono, così la carne al fuoco diventa troppa e la vicenda dopo un po’ comincia ad annodarsi rendendo la visione non molto scorrevole.

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MACCHIE SOLARI è assai spinto sul piano dell’erotismo (torridi amplessi, tentativi di stupro, nudi e particolari anatomici), cosa che giova alla tensione che si crea e comunque, pur con tutti i suoi evidenti difetti, è una pellicola al di sopra della media, ben girata e ben recitata (ottima la Farmer, specializzata in ruoli che la vedono al centro di intrighi morbosi, come era già successo con Francesco Barilli), ma se è vero che aveva tutto il potenziale per essere un capolavoro, purtroppo tutto si riduce a un’interessante intuizione riuscita solo a metà. Peccato.

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