COMA PROFONDO

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TITOLO ORIGINALE: Coma

USA, 1978

REGIA: Michael Crichton

CAST: Michael Douglas, Geneviève Bujold, Elizabeth Ashley, Lois Chiles, Tom Selleck, Rip Torn, Richard Widmark

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Se gli anni ’70 possono essere considerati fra i decenni più interessanti della nostra recente storia, probabilmente fra i motivi c’è la “imperfetta” mescolanza di temi e avvenimenti che, spesso senza soluzione di continuità, erano al centro di accesi dibattiti sociali. Fra le storie “nere” che in quegli anni attiravano l’attenzione del pubblico, il traffico illecito di organi umani era senz’altro al centro di intrecci e storielle che venivano raccontate o lette, a volte con cognizione di causa quando si faceva riferimento ai (rari?) fatti di cronaca, ma più spesso questa tematica costituiva il pretesto per la diffusione di raccapriccianti leggende metropolitane o comunque, per storie e racconti di pura fiction.

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E’ da questa “moda”(termine azzardato ma abbastanza appropriato per un certo sottobosco narrativo) che parte il romanzo Coma dello statunitense Robin Cook, uscito nel 1977 e che fu subito best seller. Esattamente un anno dopo, Michael Crichton senza perdere tempo prende in mano le pagine del libro per farci un film e per sfruttarne l’ondata emotiva, ottenendo ottimi risultati sia di critica che di pubblico. Per l’operazione arruola un giovane Michael Douglas e l’ottima Geneviève Bujold, il risultato è un solido thriller dal ritmo sostenuto e con diverse trovate inquietanti che, per merito di eccellenti trovate visive e per alcuni meccanismi noti al cinema della paura, è da sempre amato anche (o soprattutto) dagli appassionati dell’horror tout court.

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Coma Profondo narra delle pericolose disavventure di un medico in gonnella all’interno di un’enorme e prestigiosa struttura ospedaliera americana; la ragazza si accorge che in seguito a banali operazioni di routine tante, troppe persone entrano in coma e, decisa a vederci chiaro, inizia una sua personale indagine per scoprire il punto cardine della faccenda, ma si accorge fin da subito che i problemi non sono pochi: il suo ragazzo, anch’egli dottore, la invita a lasciar perdere e teme che ella veda insensati complotti e il suo capo minaccia di licenziarla accusandola di aver spulciato in documenti evidentemente “troppo riservati”. Testarda come un mulo, la ragazza si rivela più sveglia del previsto e i semplici “inviti” a farsi gli affari propri si trasformano in tangibili minacce, che si concretizzano quando si accorge di essere seguita da una misteriosa presenza e dopo la scoperta di un collegamento con una seconda struttura ospedaliera, progettata per conservare i corpi dei pazienti entrati in coma…

Più dei personaggi, a lasciare il segno nel cult di Michael Crichton è l’ospedale stesso, vero e proprio “personaggio” che parrebbe vivere di vita propria: i corridoi sono arterie paragonabili a quelle del corpo umano e i fili che passano nascosti fra travi e muri fra i diversi piani è come se fossero vene che fanno scorrere un sangue malato portatore di morte, in un luogo dove il cuore parrebbe essere una sala chirurgica che, anziché preservare la vita dei pazienti, regala loro un macabro destino; le parti migliori in Coma Profondo sono le inquietanti scorribande della Bujold nelle varie aree della struttura; la donna assume le sembianze di una cellula impazzita all’interno di un organismo che, per preservare il suo benessere (a scapito di qualche paziente sfortunato) cerca di espellerla in tutti i modi, alla stregua di un essere vivente che con i propri anticorpi vuol liberarsi di virus e batteri.

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Notevole Michael Douglas nei panni di un dottore lucido e razionale che basa il suo lavoro e la sua vita nell’uso della logica, interpretazione da brividi di Richard Widmark, qua nei panni del primario dell’ospedale e, in una piccola parte, Tom Selleck che, non ancora protagonista del telefilm Magnum P.I, figura fra i pazienti.

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