TITOLO ORIGINALE: El Ojo Del Huracàn
ITALIA/ SPAGNA, 1971
REGIA: José Maria Forqué
CAST: Analia Gadè, Jean Sorel, Maurizio Bonuglia, Tony Kendall, Mario Morales, Rosanna Yanni, Julio Peña
Il titolo farebbe pensare a un giallo “argentiano”, uno dei tanti usciti in quel periodo dopo il successo di L’uccello Dalle Piume Di Cristallo e Il Gatto A Nove Code, in realtà José Maria Forqué prende spunto dai film “complottari” di Umberto Lenzi usciti sempre in quegli anni (Così Dolce… Così Perversa, Orgasmo e Paranoia) e costruisce una storia con la solita donna al centro di oscure macchinazioni, montate da personaggi senza scrupoli.
Senza addentrarci troppo nei particolari di una sceneggiatura poco originale, La Volpe Dalla Coda Di Velluto si fa apprezzare per la bella fotografia, per la cura e l’eleganza della confezione e per qualche sequenza divertente e ben realizzata: ci sono delle belle riprese subacquee e i tentativi di far fuori l’ingenua ragazza vittima del complotto divertono e tengono abbastanza alta l’attenzione. Certo, Analia Gadè non è il massimo né come scream queen né come femme fatale, però il suo ruolo seppur un po’ pallido funziona, anche perché i toni generali sono moderati e privi dell’efferatezza tipica delle pellicole di questo filone.
In pratica, la storia è quella di Ruth, una donna dell’alta borghesia annoiata e stufa del matrimonio che, dopo aver appianato le tensioni col marito che non ama più (infatti vorrebbe divorziare) se ne va in Costa Azzurra nella sua bella villa con Paul, la sua nuova fiamma. Il problema è che le ricchezze della donna fanno gola a tutti i personaggi che le ruotano attorno, nuovo fidanzato compreso e, ben presto, Ruth si accorge dei pericolo che corre. Da potenziale vittima la donna passa all’azione e ribalta la situazione, inventando a sua volta un piano per sbarazzarsi di tutti coloro che la vorrebbero vedere morta per mettere le mani sui suoi averi…
Non male il reparto maschile che include Jean Sorel, Maurizio Bonuglia e Tony Kendall, per il resto la Volpe Dalla Coda Di Velluto (con eccezion fatta per i pregi evidenziati sopra) è una modesta co-produzione italo-spagnola, diretta senza troppa verve che poco o nulla ha di innovativo o interessante. Trascurabile.
