GODZILLA CONTRO I ROBOT

Gojira Tai Mekagojira

Giappone, 1974

Regia: Jun Fukuda

Cast: Masaaki Daimon, Kazuya Aoyama, Reiko Tajima, Akihiko Hirata, Hiromi Matsushita, Hiroshi Koizumi, Shin Kishida

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Il rettile giustiziere risorge per fronteggiare un nemico potentissimo: un suo sosia di latta venuto dallo spazio per distruggere la Terra.

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Secondo un’antichissima profezia racchiusa in alcuni disegni all’interno di una grotta, quando sopra le nuvole comparirà una montagna nera arriverà un mostro che distruggerà il mondo. Sempre secondo gli antichi, se quando questo avverrà il sole tramonterà a Ovest, ci saranno due esseri che cercheranno di fronteggiare il pericolo. Questo è quello che dovrebbe accadere, considerando anche il ritrovamento di una statuetta raffigurante un leone che completa il significato della profezia.

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Da lì a poco si rivela tutto attendibile, visto che un’organizzazione spaziale capeggiata da un gorilla mascherato da umano ha inviato sulla Terra Robot Godzilla, un’enorme macchina da guerra costruita con un particolare metallo galattico. Puntualmente, sopra le nuvole si forma un ammasso nero e Robot Godzilla comincia a distruggere tutto quello che trova, ma ecco che il Godzilla buono interviene per salvare l’umanità, aiutato da King Kaesar, un enorme leone (che sembra però un pupazzetto Trudy) risvegliato dal canto di una bella ragazza. Mostri sconfitti e alieni distrutti. Amen.

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Ennesimo capitolo sui mostri di gomma della Toho, la casa giapponese specializzata in produzioni di questo tipo. C’è da dire che GODZILLA CONTRO I ROBOT è un film discreto, che pur muovendosi in mezzo a mille ingenuità scorre bene e annoia meno del previsto. La storia (per quanto inverosimile) è ben strutturata e meno dozzinale di quello che verrebbe da pensare.

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Certo, i combattimenti dei mostri fanno ridere e gli effetti speciali sono ridicoli (petardi che scoppiano e modellini che dovrebbero riprodurre in scala ponti e palazzi), ma proprio per questo GODZILLA CONTRO I ROBOT riesce a risultare simpatico, senza contare poi qualche sequenza davvero trash che ogni tanto insaporisce: memorabile la scena della ragazza che si mette a cantare una canzone orrenda nella spiaggia per far svegliare King Kaesar.

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La sottotrama, che vede i movimenti dei personaggi risulta al solito inutile, ma stavolta è meno fastidiosa e più scattante di altre volte. Poca roba, ma se siete amanti dei Kaiju Eiga potete dargli un’occhiata, probabilmente riuscirete a trovarci del buono. Regia dell’espertissimo Jun Fukuda.

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