PUPPET MASTER/ IL BURATTINAIO

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TITOLO ORIGINALE: Puppetmaster

USA, 1989 (VIDEO)

REGIA: David Schmoeller

CAST: Paul Le Mat, William Hickey, Irene Miracle, Jimmie F. Skaggs, Robin Frates, Matt Roe, Barbara Crampton

PUPPET MASTER può essere considerato come uno dei tanti brutti film che, immeritatamente, hanno acquisito la fama di cult. Quella che dovrebbe essere la punta di diamante della Full Moon Features di Charles Band, casa di produzione indie nata sulle ceneri della Empire Pictures, è a conti fatti una grossa delusione. I motivi del “non funzionamento” di questo prodotto realizzato per il mercato video sono diversi, la struttura è la solita (un gruppo di persone uccise all’interno di un edificio) e ci sono troppi particolari e situazioni inutili che appesantiscono la vicenda.

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In pratica, la storia è quella di un vecchio burattinaio che, negli anni ’20 riuscì a dare la vita ad alcuni pupazzetti da lui creati e, ai giorni nostri, un team di sensitivi decide di recarsi all’interno dell’albergo che fece da scenario alla vicenda, per riuscire a saperne di più circa i patti che un ex collega defunto fece con quel marionettista, ma proprio quei giocattoli, animati da istinti omicidi, uccidono un po’ alla volta tutti quanti…

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Ora, posso capire che leggendo la trama PUPPET MASTER può incuriosire, in fondo, nel cinema horror bambole, pupazzi e manichini hanno da sempre fatto paura e destato una certa curiosità. Stavolta non è così, perché il film di David Schmoeller è parecchio noioso, la recitazione è piatta e in perfetto stile televisivo, i dialoghi sono perlopiù insensati e vi assicuro che è molto difficile arrivare fino ai titoli di coda senza addormentarsi. C’è un po’ di sangue e qualche trovata (minimamente) divertente, ma nel complesso rimane davvero arduo capire per quale motivo tante persone vadano fiere di collezionare questo titolo (che, tra l’altro, ha dato il via a una lunghissima saga che forse non aveva così tanti motivi per esistere).

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Le caratteristiche dei pupazzetti sono divertenti (uccidono tutti in maniere differenti: c’è chi sputa sanguisughe, chi ha la testa a forma di trapano, chi si serve di un uncino ecc.), per il resto Schmoeller ha realizzato un film che si dimentica facilmente; con più ritmo, più sangue, attori migliori (dispiace vedere la brava Irene Miracle coinvolta in questo progetto) e una storia più stringata, poteva venir fuori qualcosa di interessante. Bastava prendere un pugno di persone e buttarle in mezzo ai pupazzi assassini, lasciando da parte tutte le lungaggini di cui invece PUPPET MASTER è infarcito.

Se qualcuno è convinto che per spedire un film nell’Olimpo dei cult può bastare l’idea, allora è facile intuire come un po’ di giocattoli killer in questo caso abbiano fatto bene il loro lavoro, in fondo PUPPET MASTER è la riprova di come spesso e volentieri venga data più importanza all’apparenza che alla sostanza…

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