LA CASA DEL PECCATO MORTALE

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TITOLO ORIGINALE: House Of The Mortal Sin

G.B.1976

REGIA: Peter Walker

CAST: Anthony Sharp, Susan Penhaligon, Stephanie Beacham, Norman Eshley, Sheila Keith, Stewart Bevan, Jon Yule

Per molti, il miglior film di Peter Walker. E’ la storia di una ragazza che si trova a dover fare i conti con un prete pazzo che, invaghitosi di lei, la tormenta e uccide diverse persone che le ruotano attorno. Il folle sacerdote agisce indisturbato, sicuro del fatto di non essere scoperto grazie alla sua posizione solida all’interno della Chiesa: il potere ecclesiastico gli garantisce una sorta di “immunità”, poiché nessuno è disposto a credere all’ipotesi che un prete, all’apparenza innocuo, sia in realtà capace di macchiarsi di orrendi crimini. Coadiuvato da una bieca perpetua, l’uomo farà di tutto per portare avanti i suoi squallidi piani…

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LA CASA DEL PECCATO MORTALE è un film teso e feroce; Walker critica l’ipocrisia che alberga negli ambienti ecclesiastici e lo fa senza risparmiare pugni allo stomaco dello spettatore. La sceneggiatura è solida e i personaggi si muovono in un contesto triste e cupo, in cui il credo diventa una trappola per tutti: la vittima di turno viene punita dallo stesso ambiente che, al contrario, dovrebbe fornirle protezione e il carnefice agisce mescolando fede religiosa a furia omicida (il prete per uccidere usa rosari, ostie avvelenate e turiboli), succube a sua volta di dogmi che lo hanno reso pazzo.

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L’unico difetto evidente de LA CASA DEL PECCATO MORTALE è quello di apparire spesso improbabile, perché la struttura si regge sulle azioni della vittima che non viene creduta, ma c’è da dire che risulta comunque difficile pensare che un sacerdote possa commettere nefandezze di questa portata senza destare mai il minimo sospetto. Considerando che la storia si svolge ai giorni nostri e non in un passato lontano non è cosa da poco, ma se facciamo finta che questa incongruenza (non piccola, ma è uno di quei casi in cui è giusto passarci sopra) non esista il film funziona sempre, compreso il finale nerissimo e cattivo come pochi.

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Il budget è esiguo (e si vede), bisogna comunque riconoscere a Walker la capacità di valorizzare luoghi, personaggi e situazioni al meglio; la fotografia non è granché, ma riesce a trasmettere un senso di desolazione che è parte integrante della vicenda. Il prete poi riesce a essere davvero sgradevole e viscido e il malessere che emana non si dimentica così facilmente…

Da vedere.

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