KAPUT LAGER/ GLI ULTIMI GIORNI DELLE SS

 

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ITALIA, 1977

REGIA: Luigi Batzella

CAST: Richard Harrison, Lea Lander, Gordon Mitchell, Isarco Ravaioli, Agnes Kalpagos, Gino Turini, Zaira Zoccheddu, Mike Monti

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Seconda Guerra Mondiale. In Libia c’è un campo di concentramento gestito da una sadica nazista (Lea Lander), soprannominata la Jena del deserto. Lesbica in privato, la donna ama farsi frustare e sfoga i suoi perversi istinti con le prigioniere arabe e ebree, mentre i maschi finite fra le sue grinfie fanno una fine ancora più brutta: torturati, evirati e infine uccisi. Un americano ha una tresca con una dottoressa del campo e, insieme ai suoi compagni, decide di tentare la fuga prendendo in ostaggio la sadica nazista. Inizia una lunga fuga in mezzo a bombe e agguati.

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Da Luigi Batzella, creatore del leggendario La Bestia In Calore, ecco un pallido film che sfrutta il successo del filone dei “nazi erotici“, pellicole ambientate in campi di concentramento con un livello altissimo di sadismo. La parte iniziale è tutta dedicata alla rappresentazione degli avvenimenti all’interno della base nazista: festini, ragazze lavate a forza con acqua fredda, evirazioni, situazioni titillanti e un uomo costretto a bere un bicchiere d’urina. Dopo poco però, KAPUT LAGER/ GLI ULTIMI GIORNI DELLE SS cambia registro e mostra gli inutili e tediosi spostamenti degli americani che provano a scappare.

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Il cast è abbastanza ricco, almeno per quel che riguarda i volti più noti del cinema sotterraneo: oltre a Lea Lander nel ruolo della cattiva di turno (già vista nei capolavoro di Mario Bava Cani Arrabbiati Sei Donne Per L’assassino), ci sono Gordon Mitchell, Zaira Zoccheddu, Mike Monti, Richard Harrison e il “polselliano” Isarco Ravaioli. Batzella non gira male, ma il problema è la pochezza dell’insieme e la scarsità di trovate e, a peggiorare la situazione c’è una fotografia anonima e tirata via. Il sadismo è più suggerito che mostrato, ma tanto basta per poter inserire questa pellicola in un contesto in cui lo spettatore cerca il sangue e qualche scena a effetto (nonché l’inserimento di questo film nel nostro sito).

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Lasciate pure perdere, ma dello stesso regista recuperate il sopracitato La Bestia In Calore, che dilata al massimo le tematiche che qua sono poco più che accennate.

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