TITOLO ALTERNATIVO: The Hyena
ITALIA, 1997
REGIA: Joe D’Amato
CAST: Cinzia Roccaforte, David D’Ingeo, Anna Maria Petrova, Jason Saucier, Lisa Comshaw, Fonda Rosing, Chuck Martinez
Una bella donna (Cinzia Roccaforte) viene tradita regolarmente dal marito e passa lunghe e noiose giornate in solitudine nella sua lussuosa villa, ma un giorno, nell’abitazione irrompe un criminale che, dopo aver accoppato la domestica con una pallottola in testa, la violenta e si piazza come ospite fisso non invitato, aspettando l’apertura delle banche per costringerla a prelevare una forte somma di denaro.
Col passare delle ore, la convivenza fra la signora e il malavitoso si fa sempre più tesa: la donna si concede regolarmente al farabutto e varie persone passano da quella casa, così si trova costretta a fare buon viso a cattivo gioco presentando l’uomo come suo cugino, ma fra sesso e ricatti c’è una sorpresa in arrivo…
LA IENA è un pallido thriller di Aristide Massaccesi, che sembra interessato più che altro a mostrare Cinzia Roccaforte nuda. La storia è debole, piena di lunghi amplessi (molto impacciati a dire il vero) e di prove di recitazione mediocri. La Roccaforte è insopportabile, David D’Ingeo al contrario ha una bella parte ricca di sensualità e cattiveria: è un cinico e affascinante farabutto dal grande appetito sessuale.
Girato su pellicola scaduta, LA IENA oltre alle nudità mostra un colpo di pistola in fronte con un po’ di sangue, un accoltellamento e Cinzia Roccaforte che, rimasta sola in casa, guarda Antropophagus dello stesso Massaccesi alla televisione. E’ un po’ poco, siamo d’accordo, ma tanto basta per inserire questo piccolo film nel nostro sito. Per il resto, c’è poco o nulla da segnalare: brutti dialoghi, sceneggiatura didascalica e la regia svogliata come non mai.
Finale a sorpresa che ci ricorda che stiamo assistendo a un thriller (perché tra coiti, tette e voglie sessuali ogni tanto ce ne scordiamo, anche se in realtà la messa in scena è piuttosto casta). LA IENA è consigliabile solo ai completisti del cinema di Joe D’Amato, gli altri possono passare oltre.
