LA MORTE DIETRO LA PORTA

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TITOLO ORIGINALE: Dead Of Night

CANADA/ G.B. 1972

REGIA: Bob Clark

CAST: John Marley, Lynn Carlin, Richard Backus, Henderson Forsythe, Anya Ormsby, Jane Daly, Michael Mazes

Una triste famiglia è riunita in cucina, la madre è distrutta psicologicamente per l’assenza di suo figlio Andy. Poco dopo, un uomo bussa alla porta e comunica una spiacevole notizia: Andy, partito per il Vietnam, è morto in guerra ma, all’improvviso, qualcun altro si presenta a casa loro: è proprio Andy che, incredibilmente, è tornato.

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Qualcosa è cambiato nel ragazzo: oltre ad apparire pallido e di poche parole, Andy è affamato di carne viva e a farne le spese sarà dapprima il cane di famiglia e successivamente, alcune persone a lui vicine che perdono la vita. Le cose non sono più quelle di una volta è la verità da affrontare sarà terribile…

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Dopo il capostipite degli slashers Black Christmas, Bob Clark affronta lo spettro del Vietnam (argomento ancora vivo e usato spesso nel cinema di genere di quegli anni) per mettere in piedi una storia giocata sull’atmosfera e sugli stati d’animo. Tantissimi i dialoghi e, più che all’azione, Clark è interessato alle sensazioni e all’empatia che scatta quando veniamo a contatto con i personaggi della vicenda. L’orrore della guerra (con la responsabilità dell’istituzione familiare che manda i figli a morire) viene dilatato al massimo e costituisce la vera ossatura del film e Clark ce ne parla in maniera feroce, senza ipocrisia alcuna.

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Il regista canadese dimostra un piglio creativo notevole: se è vero che in seguito farà divertire (e eccitare) intere generazioni coi ragazzacci di Porky’s, qua veniamo spinti a riflettere e, nonostante ci sia uno “zombi”, LA MORTE DIETRO LA PORTA non è solamente un horror, ma (anche e soprattutto) un’accusa alle ingiustizie della guerra. I personaggi sono tristi, scialbi, emanano un mix di rabbia e pietà, dirette conseguenze delle scelte sbagliate che hanno reso Andy uno zombi. Nel film di Clark il morto vivente non ha nulla a che vedere col voodoo o col soprannaturale, ma è il risultato dell’annullamento della personalità, dei sogni e della gioia di vivere. Difficile pensare a qualcosa di più nichilista.

Da vedere ma da valutare con attenzione: gli amanti dell’immediatezza del cinema horror potrebbero non gradire del tutto.

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