LUNA DI SANGUE

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TITOLO ALTERNATIVO: Fuga Dalla Morte

ITALIA, 1989

REGIA: Enzo Milioni

CAST: Jacques Sernas, Zora Kerowa, Annie Belle, Pamela Prati, Barbara Blasco, Giuseppe Morabito

Torbide vicende (talmente torbide che è impossibile capirci qualcosa) in un casolare di campagna: tra morti che ritornano e altri colpi di scena, LUNA DI SANGUE ha lo stesso ritmo di una telenovela al rallentatore. Si narrano le disavventure di una donna che uccide il marito bucandogli la testa con un colpo di pistola, ma poco tempo dopo, un uomo uguale in tutto e per tutto al morto bussa alla sua porta e si presenta dicendole che è tornato.

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Il film fa parte della serie “Lucio Fulci Presenta” (otto film in tutto) e, senza dubbio, LUNA DI SANGUE è il più brutto del lotto. La trama ricorda molto “La Donna Che Visse Due Volte“, in realtà siamo di fronte a una pellicola che non ha troppi motivi d’interesse. A dirigere il disastro è Enzo Milioni, regista non troppo prolifico che alla fine dei ’70 si era ritagliato una fetta di fans dirigendo Barbara Magnolfi in “La sorella Di Ursula”.

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La vicenda si snoda (anzi, si annoda) attraverso l’incrociarsi dei vari personaggi: c’è la segretaria del marito ucciso (Zora Kerowa, che finisce il suo percorso con la faccia distrutta in mezzo ai vetri di una finestra), lo stalliere di famiglia che ha un rapporto incestuoso con la figlia muta e viziosa (Jessica Moore, uccisa con un colpo di pistola mentre pratica una fellatio al babbo!) e Pamela Prati (in un piccolo ruolo praticamente inutile) che va a far visita agli abitanti della casa (probabilmente reclutata unicamente per sfruttare il suo nome).

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Tanto per aggiungere un po’ di carne al fuoco a una vicenda che non ha senso, arriva anche Annie Belle nel ruolo di un’attrice che finisce decapitata (senza un vero perché) da una falce. La trama inutilmente complicata farebbe pensare al classico complotto per far impazzire la protagonista, ma ci sono talmente tante lacune nello svolgimento che gli attori arrivano al punto di spiegare l’epilogo della storia, per fare in modo che lo spettatore possa capirci qualcosa.

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Il livello è basso davvero: fotografia, sceneggiatura, dialoghi e recitazione. Ok, c’è qualche effetto splatter abbastanza cruento e un po’ di nudità per chi è di bocca buona, ma di certo questo non basta a rendere interessante un progetto sbagliato in partenza. Se proprio ve la sentite…

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