SHARK 3D

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TITOLO ORIGINALE: Bait

AUSTRALIA/ SINGAPORE, 2012

REGIA: Kimble Rendall

CAST: Richard Brancatisano, Xavier Samuel, Chris Betts, Sharni Vinson, Simon Edds, Phoebe Tonkin

Si potrebbero dire tante cose più o meno scontate su un filmetto come questo. Qualcuno potrebbe evidenziare come la confezione di SHARK 3D non sia poi così dozzinale, altri ne potrebbero parlare come di un “onesto prodotto d’intrattenimento”, qualche coraggioso potrebbe pure giurare che è un buon film, ma a voler esser buoni, questo ennesimo esempio di pellicola con “squalo famelico” possiamo consigliarlo al massimo a un pubblico completamente a digiuno di sensazioni forti, perché tutti gli altri difficilmente riuscirebbero a trovarci qualcosa di interessante.

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E’ pur vero che qualche scena azzeccata c’è e gli attori funzionano, ma BAIT (titolo originale che non suona male) offre davvero poco In un supermercato situato vicino a una spiaggia dell’Australia si muovono vari personaggi e, nel bel mezzo di una rapina accade il disastro: uno tsunami travolge tutto e il market si riempie d’acqua. La situazione già così appare difficile, visto che altri ragazzi rimangono intrappolati anche nel parcheggio sotterraneo del supermercato, completamente sommersi e costretti a rimanere all’interno della loro auto. In questo scenario arriva, prevedibilmente, quello che tutti si aspettano: due enormi squali bianchi trasportati dall’onda anomala che non aspettavano altro che banchettare con i malcapitati.

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In SHARK 3D (probabilmente inventare un titolo più banale per portare il film in giro per il mondo non era possibile), c’è un po’ di sangue (ma senza esagerare mai), azione e dopo un po’ arrivano pure i buoni sentimenti; la sagra della banalità insomma, ma va detto che fortunatamente ogni tanto ci si diverte. A conti fatti, per chi scrive la parte più riuscita è quella dei due fidanzatini intrappolati in macchina insieme all’odioso cagnolino di lei, con lo squalo che prende a “testate” i vetri della vettura.

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Per il resto assistiamo a una fila di situazioni davvero trite e ritrite, in cui il solito gruppo di persone si trova a dover combattere un nemico che li ha messi sotto assedio e senza alcuna possibilità di fuoriuscire all’esterno, tra tensione, nervosismo e un po’ di violenza. Effetti speciali in CG un po’ anonimi, uguali a mille altri già visti in prodotti realizzati per il mercato home video (ma questo è uscito al cinema, addirittura presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2012), SHARK 3D ha il grave difetto di non riuscire ad emozionare mai, mancano i contenuti e di sostanza non ce n’è.

Solo per appassionati incalliti.

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