KRIMINAL

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ITALIA/ SPAGNA, 1966

REGIA: Umberto Lenzi

CAST: Glenn Saxson, Helga Liné, Esmeralda Ruspoli, Ivano Staccioli, Andrea Bosic, Franco Fantasia, Armando Calvo

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Portare al cinema uno dei personaggi più importanti del fumetto nero, tanto in voga nella seconda metà degli anni sessanta, era un’operazione necessaria e a qualcuno doveva toccare. Il nostro Umberto Lenzi decide di prendersi la briga di mettere in celluloide lo spietato criminale che tanto piaceva agli amanti delle tavole disegnate da Magnus e scritte da Max Bunker, ma lo fa a modo suo e realizza un film che cambia le caratteristiche principali del protagonista, deludendo un pubblico esigente che, infatti, ne decreta l’insuccesso commerciale snobbandolo al botteghino.

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La storia sembra ricalcata dalle avventure degli agenti segreti all’italiana, gli 007 del belpaese che in quel periodo riempivano i cinema con decine di film, ma chi ha pagato il prezzo del biglietto per vedere Kriminal si aspettava una trasposizione che perlomeno non tradisse lo spirito del fumetto, ma qua il sanguinario assassino in bianco e nero diventa un gentleman dalla tuta fluo e dai modi cortesi, in antitesi col gelido e cinico killer cartaceo.

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La peculiarità del fumetto nero (che inizia con venature sexy negli anni ’60 e diventa pornografico all’inizio degli anni ’80) è quella di esaltare i particolari più turpi di personaggi sordidi e spietati, presentando situazioni dove il maschilismo e la violenza sono sempre presenti e ben conditi con un linguaggio scurrile e (quando serve) sarcastico. Ora, con delle basi così non poteva di certo venir fuori un film per famiglie, ma Lenzi cambia le carte in tavola e esclude qualsiasi tipo di brutalità, montando una storiella soft e poco interessante che racconta alcune imprese criminali del killer in calzamaglia. In Kriminal vengono esclusi anche il sesso e la volgarità nei dialoghi, così quello che rimane è un modesto spettacolo d’avventura con qualche attore interessante; Helga Liné non è affatto male e Ivano Staccioli se la cava meglio del protagonista Glenn Saxson (che diventa Saxon nella locandina).

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Scialbo e poco interessante, è pure invecchiato male e rivisto oggi è insapore.

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