LE RADICI DELLA PAURA

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TITOLO ORIGINALE: The Evil

USA, 1978

REGIA: Gus Trikonis

CAST: Richard Crenna, Joanna Pettet, Andrew Prine, Cassie Yates, George O’Hanlon Jr, Victor Buono

Struttura classica per un film che non offre nulla di nuovo. LE RADICI DELLA PAURA racconta di un gruppo di persone intenzionate a trasformare una villa abbandonata in una clinica per il recupero di tossicodipendenti. Arrivati all’interno, tutti quanti rimarranno intrappolati senza alcuna possibilità di fuggire, poiché il Diavolo è stato risvegliato in seguito alla rimozione di una croce che lo teneva imprigionato in una botola. Tra urla, possessioni e spaventi, un po’ per volta i componenti del gruppo perdono la vita e la lotta per la sopravvivenza si fa sempre più dura…

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Dicevamo: la trama è davvero poca cosa, anche se dobbiamo riconoscere che nella sua semplicità THE EVIL non è propriamente da buttare. La struttura è molto simile a quella di un film tv anni ’70 e la povertà dell’insieme si nota spesso, c’è da dire però che questo modesto prodotto può contare su qualche trovata ingegnosa che ogni tanto stimola l’attenzione.Le morti non sono troppo fantasiose (elettricità, vento fortissimo che impedisce ai protagonisti di muoversi e poco più), ma dopo una prima mezz’ora noiosa, se le aspettative non sono troppo alte è possibile scorgere nell’insieme qualche spunto interessante.

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In THE EVIL ci sono apparizioni, un cane inferocito e risate sataniche che aleggiano fra le mura della casa: poca roba, questo è vero, ma vedendo il film è chiaro sin da subito che l’intenzione di produttore e regista non era certo quella di creare qualcosa di innovativo. Gli attori se la cavano (con Richard Crenna in testa) e, per quello che devono fare (urlare, agitarsi e fingersi preoccupati per la situazione) non sono poi così male. Putroppo però, quello che funziona poco è proprio la casa, che non riesce mai a incutere timore: i protagonisti si muovono in uno spazio asettico e privo di elementi terrificanti e a tenere viva l’attenzione è solo qualche colpo di scena disseminato qua e là.

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Chi ama le case infestate può dargli comunque un’occhiata, si tratta di un film che nulla aggiunge e nulla toglie a ciò che già è stato visto centinaia di volte. Chi invece preferisce trame bizzarre, articolate o fantasiose farebbe bene a lasciare LE RADICI DELLA PAURA nello scaffale: rischierebbe di annoiarsi a morte. In ogni caso, nonostante i pochi soldi a disposizione, è possibile notare una certa cura nella confezione.

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