IL PLENILUNIO DELLE VERGINI

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ITALIA, 1973

REGIA: Luigi Batzella

CAST: Mark Damon, Rosalba Neri, Enza Sbordone, Esmeralda Barros, Ciro Papa, Gengher Gatti, Carlo Gentili

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Karl (Mark Damon) è un ambizioso ricercatore che, dopo aver scoperto l’esatta ubicazione del leggendario anello dei Nibelunghi (un gioiello con una misteriosa pietra ricavata da un meteorite, capace di donare a chi lo possiede il totale controllo sull’universo), parte con il suo cavallo per diventarne padrone. Pare che l’anello si trovi all’interno del castello appartenuto al conte Dracula, ora abitato da una contessa (Rosalba Neri) che indossa il prezioso amuleto e prosegue l’attività sanguinaria del conte, vampirizzando i suoi amanti e facendo il bagno nel sangue di giovani vergini, attirate all’interno del maniero in una particolare notte di plenilunio (da qua il titolo) che si ripete ciclicamente ogni 50 anni…

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Gotico di tutto rispetto, IL PLENILUNIO DELLE VERGINI punta molto sulla bella fotografia di Aristide Massaccesi, che ci mostra il Castello Di Balsorano pieno di ombre, colori sgargianti, tavole apparecchiate con candelabri e angusti anfratti. La storia per quanto a suo modo sia curiosa non è troppo articolata, ma Luigi Batzella quando si tratta di girare con pochissimi mezzi se la cava bene, così il lungo percorso di Mark Damon che rimane ammaliato dalla bellezza cupa e algida di Rosalba Neri affascina e ammalia.

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Batzella più che alla storia sembra interessato a suggestionare lo spettatore, mettendo sul piatto messe nere caserecce (che proprio perché rozze hanno una certa efficacia malsana) e macabri rituali a base di sangue e mostri ambulanti, che si muovono in una dimensione cupa.

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Le creature di IL PLENILUNIO DELLE VERGINI di mostruoso hanno poco o nulla (si tratta dei nostrani Ciro Papa e Kim Gatti), sembrano piuttosto “sentinelle” che, aggirandosi nei dintorni (e all’interno) del castello, assicurano alla diabolica padrona di casa la riuscita dei suoi sanguinosi piani, intervenendo  qualora “intrusi” vengano a ficcare il naso (nella storia il gemello del protagonista, interpretato dallo stesso attore, si reca al castello per far luce sulla scomparsa del fratello).

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Sia sopravvalutato che sottovalutato a seconda dei casi, questo viaggio onirico ha il merito di valorizzare la bellezza di Rosalba Neri, mostrandola nuda e “al sangue” secondo una certa estetica che andava forte nella cultura exploitation di quel periodo, dove le vampire (lesbiche e sensuali) si muovevano sia al cinema che nei fumetti alla ricerca costante di caldi amplessi e di liquido rosso.

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Da segnalare la brasiliana Esmeralda Barros, attrice poliedrica che ha transitato in tanti generi commerciali, fra i quali i western, i W.I.P, gli erotici e le serie TV).

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