Una ragazza si mette in cerca della sorella entrata a far parte di una setta che farnetica sulla purificazione del corpo e dello spirito. Parte così per la foresta amazzonica con un mercenario (il pornodivo Richard Bolla, già visto in Cannibal Holocaust). I due trovano la squallida setta capeggiata da Jonas, un santone invasato che dopo aver fatto il solito lavaggio del cervello ai suoi adepti, droga le donne e le violenta.
La protagonista (Janet Agren, bellissima ma totalmente inespressiva) ne subisce di ogni. Viene violentata con un bastone a forma fallica e presa ripetutamente a sberle. I nostri eroi, una volta recuperata la sorella (Paola Senatore ) tentano la fuga. Peccato che la foresta circostante sia infestata dai cannibali, e la Senatore, dopo uno stupro abbastanza impressionante, viene sbudellata e la sua gamba mangiata come un tacchino a Natale.
Ispirato alla storia del celebre reverendo Jones e al suo massacro della Guyana, ci sono anche le terribili uccisioni di animali rubate a La Montagna del Dio Cannibaledi Sergio Martino. Dei cannibali rimane indimenticabile la pettinatura a caschetto e, sempre in tema di acconciature, è da segnalare la Agren in mezzo alla natura selvaggia che sembra appena uscita dalla parrucchiera.
Il film in sé è davvero poca cosa e alla fine abbiamo l’impressione di un prodotto raffazzonato e girato coi piedi, ma forse si deve proprio a questo il suo alone di culto. Del regista fiorentino è molto più divertente Cannibal Ferox, ma va detto che pure MANGIATI VIVI! ha la sua nutrita schiera di fans: un po’ per le nudità delle attrici, un po’ per le atrocità mostrate.
A conti fatti siamo di fronte al classico filmaccio di serie z che tanto piace ai trashisti.