PLAGA ZOMBIE: ZONA MUTANTE

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ARGENTINA, 2001 (VIDEO)

REGIA: Pablo Parés, Hernán Sáez

CAST: Berta Muñiz, Pablo Parés, Hernán Sáez, Paulo Soria, Esteban Podetti, Sebastian Tabany, Alejandro Nagy

In seguito a un non meglio identificato accordo, loschi individui hanno permesso agli alieni la sperimentazione di un siero sugli esseri umani e, la cittadina dove risiedono le cavie è ora circoscritta, poiché gli abitanti sono diventati zombi assetati di sangue. Solo quattro ragazzi sono ancora in vita e, ovviamente, devono riuscire a venir fuori dal villaggio il prima possibile, così dopo una fila di estenuanti combattimenti tra frattaglie, schizzi di sangue e esplosioni di liquido verdastro, uno di loro entra in possesso di un cd rom che contiene la mappa della città; si apre così la possibilità di una via di fuga, ma scappare da quella situazione si rivela tutt’altro che facile…

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PLAGA ZOMBIE: ZONA MUTANTE è un insulso film, che pesca a piene mani da Braindead di Peter Jackson e da tanti altri classici del genere: si tratta di un prodotto adolescenziale pieno di luoghi comuni e girato senza un briciolo di inventiva. Gli zombi sono rappresentati come una massa di mutanti sanguinari che parlano (si fa per dire!) come dementi trogloditi.

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Siamo dalle parti delle produzioni Troma (il film potrebbe benissimo entrare a far parte del loro catalogo), con la classica caratterizzazione puerile dei personaggi: il nerd, il capogruppo ciccione, il pauroso ecc. Il livello è fumettistico, ma tutto risulta già visto mille volte, il sangue scorre a fiumi, ma essendo una commedia demenziale (anzi, diciamo pure stupida) il liquido rosso, per quanto sparso generosamente non impressiona nessuno.

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Stavolta la produzione è argentina, ma la struttura è praticamente uguale a mille altri film americani. Vedendo cose del genere, ci si chiede perché quando c’è la disponibilità di un budget adeguato (che in questo caso non è certo altissimo ma è comunque decente) non si cerchi di investire in qualcosa di originale, anziché usare sempre le solite quattro idee in croce. Non si può neppure definire “trash”, è brutto e basta. Locandina invitante che non mantiene quello che promette…

Curiosità: il film ha comunque ottenuto un discreto (quanto incomprensibile) successo grazie al “passaparola” tra gli amanti più assennati delle produzioni indie.

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