THE TOXIC AVENGER

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USA, 1984

REGIA: Michael Herz, Lloyd Kaufman

CAST: Mitch Cohen, Andree Maranda, Jennifer Prichard, Mark Torgl, Cindy Manion, Gary Schneider, Robert Prichard

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Tromaville è una immaginaria cittadina americana e una voce narrante ci introduce all’interno di una spaziosa palestra. In mezzo ai fisici scolpiti di ragazzi e ragazze c’è Melvin, un complessato nerd addetto alle pulizie del locale che viene costantemente preso in giro da tutti quanti. Come sempre succedeva nei film americani degli anni ’80, sia che si trattasse di commedie o di horror, i nerds erano le vittime ideali per dare sfogo al gusto sadico di bellimbusti e di viziate ragazze, così anche stavolta lo sfortunato protagonista di The Toxic Avenger subisce la stessa sorte di tanti altri suoi colleghi in celluloide: una prorompente ragazza gli fa credere di aver voglia di fare sesso con lui e lo convince a vestirsi in maniera ridicola per “rendere più eccitante la situazione”, ma una volta arrivato all’appuntamento (con un tutù da ballerina) il povero Melvin trova tutti i clienti della palestra che già ridono di lui.

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Da quel momento le cose cambiano, perché Melvin scappa e cade accidentalmente in un bidone di rifiuti tossici che deformano il suo corpo e gli donano un’incredibile forza, trasformandolo così nel Vendicatore Tossico, uno spietato giustiziere che mosso da un istinto primordiale massacra tutti coloro che commettono azioni malvagie. La città ha ora un nuovo amico della giustizia, ma i suoi metodi di “pulizia” poco ortodossi non sono visti di buon occhio dalle autorità locali, ben attente a non perdere prestigio…

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The Toxic Avenger è il film più famoso della Troma (tanto da esserne diventato il simbolo), la casa di produzione (e distribuzione) americana di Lloyd Kaufman e Michael Herz specializzata in pellicole politicamente scorrette e caricaturiali. Sangue, seni, volgarità e sequenze volutamente eccessive (una donna anziana viene picchiata a morte, un bambino finisce sfracellato da una macchina in corsa) servono per mettere alla berlina la mentalità americana e per stuzzicare il perbenismo delle istituzioni, che con ipocrisia portano avanti i loro affari fingendo interesse per il bene dei cittadini.

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Lo spettacolo è scorrevole e l’estetica volutamente kitsch risalta al massimo; c’è un ampio uso di tutine e costumi coloratissimi che appaiono come un’estremizzazione di un certo look usato negli ’80 e ogni occasione è buona per mostrare strambi personaggi. Rapinatori con facce dipinte, persone uccise nei modi più strani (anche in lavatrice e nella friggitrice) parolacce e insulti sessisti formano un progetto che, anche se non riuscito del tutto funziona bene. Buoni gli effetti speciali e anche se i modi di uccidere del Vendicatore sono volutamente grotteschi qualche volta un po’ di disgusto lo provocano lo stesso.

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Essenziale per capire l’universo Troma che, in seguito amplierà e dilaterà le tematiche qua trattate realizzando anche qualche autentico capolavoro. Da vedere.

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