ARTIGLI

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TITOLO ORIGINALE: The Uncanny

Canada/ G.B. 1977

REGIA: Denis Héroux

CAST: Peter Cushing, Ray Milland, Joan Greenwood, Susan Penhaligon, Roland Culver, Alexandra Stewart, Samantha Eggar

Uno scrittore (Peter Cushing) cerca di convincere un editore (Ray Milland) a pubblicargli un romanzo. Il tema del suo libro è l’atteggiamento pericoloso e ambiguo dei gatti nei confronti degli umani: l’uomo è infatti convinto che i felini influenzino in negativo la vita delle persone, arrivando addirittura a piegare gli umani al proprio volere. Per dimostrare la sua tesi (e risultare convincente al fine di farsi pubblicare il libro), lo scrittore narra tre storie e lo spettatore assiste così ai tre racconti che compongono il film.

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Il primo episodio è basato sulla scelta di una ricchissima e dispotica signora, che decide di lasciare tutto il suo patrimonio ai suoi amati felini. La domestica prova a cambiare le carte in tavola cercando di distruggere il testamento, ma i gatti glielo impediranno. La seconda storia narra delle angherie che una bambina rimasta orfana è costretta a subire dalla zia e da sua figlia. Con l’aiuto della magia nera e del suo gatto, la ragazzina metterà in atto una sadica e spietata vendetta. Infine, nel terzo racconto facciamo la conoscenza di un attore (Donald Pleasence) nel set di un film horror. L’uomo vorrebbe spassarsela insieme all’amante, ma il gatto della sua ex moglie gli renderà la vita difficile.

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L’idea di ARTIGLI è di quelle vincenti, almeno sulla carta. E’ un classico film a episodi in stile Amicus (ma stavolta la casa di produzione inglese non c’entra nulla, anche se fra i produttori appare comunque Milton Subotsky), che attraverso tre storie vorrebbe far apparire i felini come esseri diabolici e pericolosi. Purtroppo, l’esperimento non riesce, perché i gatti del film non hanno minimamente l’aria minacciosa…

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Tutto si muove in un limbo, fra comicità (che però non fa ridere), qualche intrigo e pochissime sorprese. Il primo episodio è di quelli che più prevedibili e scontati di così non si poteva, il secondo è forse quello più interessante, con effetti speciali artigianali ma curiosi e divertenti. Il terzo può contare su un professionista come Donald Pleasence, ma il felino che dovrebbe apparire come una creatura infernale (e che dovrebbe essere il piatto forte della storia), risulta fuori luogo.

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Che dire quindi? L’idea che sta alla base è curiosa, ma l’errore più grande di ARTIGLI è quello di non riuscire mai a creare la giusta atmosfera e, soprattutto, è evidente l’incapacità di far apparire i gatti come esseri malvagi: i micetti del film ispirano baci e coccole e non incutono timore a nessuno. Peccato, perché anche gli altri due “mostri sacri” MillandCushing risultano simpatici e professionali come sempre. C’è anche Samantha Eggar.

Dategli un’occhiata a tempo perso solo se amate i film a episodi del passato. ARTIGLI è un film debole realizzato quando il genere era già in declino da diverso tempo (correva l’anno 1977). Solo per veri appassionati.