ITALIA, 1978
REGIA: Antonio Bido
CAST: Lino Capolicchio, Stefania Casini, Craig Hill, Massimo Serato, Juliette Mayniel, Laura Nucci, Attilio Duse, Gianfranco Bullo
A Murano, c’è un sottobosco di persone non troppo limpide che si muovono nell’ombra: una medium, un pedofilo, un’ostetrica con un figlio malato di mente, un medico e un’altra donna misteriosa. Quando Stefano (Lino Capolicchio) va dal fratello prete (Craig Hill) per rilassarsi un po’, si trova da subito immerso in un’atmosfera spettrale.
La medium viene uccisa davanti agli occhi del sacerdote e altri perdono la vita, così tra ricatti, minacce di morte, incubi infantili che ritornano e quadri rivelatori, Stefano dipana l’intricata matassa scoprendo una verità che mai si sarebbe aspettato.
SOLAMENTE NERO è un discreto thriller con molti ingredienti classici. C’è da dire che la tensione non è mai troppo alta, però il film si lascia seguire sempre grazie a uno svolgimento fluido e alla fotografia cupa, che fa respirare un’aria fredda e rarefatta fatta di solitudine. Gli attori sono tutti abbastanza convincenti, con in testa Capolicchio che si muove in mezzo a misteriosi dipinti e intrecci da risolvere proprio come in La Casa Dalle Finestre Che Ridono.
Bravo anche Craig Hill, attore americano che veniva dagli spaghetti western e che qua si ritrova a interpretare un ambiguo sacerdote con una certa convinzione. Le musiche sono accreditate a Stelvio Cipriani, ma in gran parte sono curate dai Goblin. Il pregio maggiore di SOLAMENTE NERO è quello di non perdersi mai in particolari inutili: la storia funziona, dritta e precisa dall’inizio alla fine senza intoppi.
Durante la visione, assistiamo a piccoli trucchetti studiati ad hoc per depistare lo spettatore che, a dire il vero, lasciano il tempo che trovano, ma come lo stesso Antonio Bido asseriva, era una tecnica molto usata nei gialli di quel periodo.
Senza infamia né lode, ma sicuramente con più pregi che difetti. Da vedere.
