GRETA, LA DONNA BESTIA

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TITOLO ORIGINALE: Greta, Haus Ohne Männer

SVIZZERA/ GERMANIA 1976

REGIA: Jesus Franco

CAST: Dyanne Thorne, Tania Busselier, Eric Falk, Lina Romay, Esther Studer, Esther Moser, Jesus Franco, Howard Maurer

In un posto sperduto del Sudamerica, c’è un istituto che dovrebbe occuparsi del reinserimento nella società di ragazze dal comportamento non troppo ortodosso. All’interno della struttura sono presenti prostitute, lesbiche e ninfomani che hanno commesso reati e che, forzatamente, si trovano lì contro la loro volontà per essere “curate”. La direttrice della prigione/lager è Greta (Dyanne Thorne), una viziosa e bellissima donna che usa le ragazze per sfogare i suoi istinti sadici.

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Una ragazza si fa internare per scoprire la verità sulla sorella scomparsa e si trova immersa in una realtà da incubo: le prigioniere dell’istituto sono violente e rancorose e, per sfogare gli impulsi sessuali amplificati dalla vita in cattività, si lasciano andare a lunghi amplessi saffici. A supervisionare la terribile situazione c’è Greta, che non risparmia torture, fustigazioni e forzati lavaggi del cervello, ma l’orrore non finisce qua, perché c’è addirittura un reparto nascosto con ragazze lobotomizzate e ridotte allo stato di larve. Dopo una lunga serie di umiliazioni e crudeltà, arriva la possibilità di una riscossa da parte delle prigioniere.

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GRETA, LA DONNA BESTIA è il terzo capitolo (apocrifo) della saga della terribile Ilsa;  qua la giunonica Dianne Thorne si chiama Greta ma la sostanza non cambia. A prendere in mano il progetto è l’iberico Jesus Franco, stavolta con una produzione svizzera alle spalle e con una sceneggiatura del re dell’exploitation Erwin C. Dietrich. Il risultato è un W.I.P. in piena regola, con tutte le situazioni tipiche del filone.

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Caldi amplessi lesbici e crudeltà assortite faranno la gioia degli appassionati; GRETA LA DONNA BESTIA ha un ritmo  assai meno lento rispetto alle produzioni tipiche di Franco e le scene violente e disgustose non mancano: una ragazza viene costretta a prestare il suo seno come puntaspilli e un’altra è obbligata e leccare l’ano di una compagna dopo che ha defecato, giusto per citarne un paio.

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Il peggio comunque arriva verso il finale, quando le detenute vengono fatte violentare in massa da un branco di squilibrati, introduzione questa per un epilogo inaspettato e decisamente splatter. Su tutto il film regna sovrana la bellissima e prosperosa Dyanne Thorne, donna gelida e spietata che usa il suo potere per appagare la sua insana voglia di sesso e sevizie ai danni delle più deboli.

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Sexploitation allo stato puro, GRETA LA DONNA BESTIA è un perfetto esempio di intrattenimento morboso senza pretese. Da segnalare una sensuale e viziosa Lina Romay e un cammeo del regista nei panni di un dottore.

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