UNA DONNA DA GUARDARE

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ITALIA, 1990

REGIA: Michele Quaglieri

CAST: Mauro Vestri, Pamela Prati, Cinzia De Carolis, Giorgio Ardisson, Elsabetta Focardi, Sonia Topazio

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La sostanza è tutta nel titolo, infatti alla base c’è l’idea di costruire un porno-soft incentrato unicamente sulle nudità di Pamela Prati. Già attiva al cinema da almeno un decennio, l’attrice sarda cercò di ritagliarsi un posto di rilievo in quello che si può considerare l’ultimo colpo di coda dell’erotico italiano, genere che già da tempo viveva un forte declino a causa della pornografia esplicita che, per forza di cose, aveva di fatto causato la fine o l’insuccesso di pellicole dove il sesso è solo simulato.

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In ogni caso, la bella attrice provò a lanciarsi definitivamente come bomba-sexy sul finire degli anni ’80, rimarcando e rinforzando il suo già conosciuto appeal, posando nuda su Playmen e interpretando una manciata di pellicole sexy, messe su unicamente per sfruttare la sua bellezza. Fra queste c’è Una Donna Da Guardare, una specie di commedia girata frettolosamente e condita con psicoanalisi casereccia. La storia è quella di Gianni, uno stilista impotente che, per riacquistare il perduto vigore, sotto consiglio di uno psicologo e di una sessuologa va in cerca di avventure sentimental-sessuali, che culminano però puntualmente in bianco per la sua mancata erezione. La causa/cura del male di Gianni è Pamela, una sensuale ragazza che l’uomo ha notato in una rivista per adulti e che poi, successivamente, ha incontrato dal vivo. Tra sogno e realtà, Gianni fa ingelosire la sua fidanzata perché è convinto di vedere Pamela nuda ovunque…

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Chiaramente, la storia è totalmente pretestuosa, un mix di ingenuità e malizia scritta su misura per dare modo all’attrice di spogliarsi ogni 5 minuti; sempre in posa come se stesse realizzando un book fotografico, la Prati più che recitare espone il suo corpo, sorride e ammicca comportandosi da femme-fatale che si muove e parla unicamente per farsi ammirare. Il resto è il vuoto cosmico, il protagonista (Mauro Vestri) è imbarazzante e non si capisce per quale motivo sia stato scelto per quel ruolo; le attrici di contorno si limitano a spogliarsi e a parlare del nulla, giusto per riempire un po’ la pellicola e Cinzia De Carolis (qua alla sua ultima interpretazione) nella parte della fidanzata (ma non si spoglia mai) sembra finita nel cast per sbaglio.

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Una Donna Da Guardare è un susseguirsi di spogliarelli di Pamela Prati che, in una dimensione rozzamente onirica cerca di dare il meglio di sè, mentre tutto il resto ha l’aria di un contorno inserito soltanto per ricavare il minutaggio necessario alla distribuzione del film. I tentativi comici che inframezzano i deliri di Mauro Vestri sono puerili e peggiorano la situazione, dei dialoghi in generale è meglio non parlarne. Unica regia di Michele Quaglieri (nome che già in precedenza aveva sporadicamente bazzicato nel nostro cinema di genere in veste di attore e truccatore) e montaggio di Mario Bianchi, che ricorda un porno qualunque ma senza scene hard.

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