LA FIGLIA DI FRANKENSTEIN

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TITOLO ORIGINALE: Frankenstein’s Daughter

USA, 1958

REGIA: Richard E. Cunha

CAST: John Ashley, Sandra knight, Donald Murphy, Sally Todd, Felix Locher

Trudy è una ragazza che vive con lo zio, un luminare della scienza che insieme a un giovane assistente cerca una formula per rallentare l’invecchiamento delle cellule, ma l’aiutante del dottore è in realtà un discendente del dottor Frankenstein che, segretamente, vorrebbe continuare gli esperimenti dell’antenato.

Lo zio di Trudy è convinto di collaborare per la scienza in modo giusto, ignaro delle intenzioni meno nobili del suo collaboratore (vorrebbe, come la storia insegna, ridare vita ai cadaveri) e, dopo un incubo a base di mostri, la ragazza si rende conto di essere la vittima delle sperimentazioni del folle, così si trasforma in una creatura grottesca che, in costume da bagno, terrorizza l’intera città. Dopo diverse urla, le cose vengono rimesse a posto…

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LA FIGLIA DI FRANKENSTEIN è un film poverissimo, che ricorda il cinema di altri autori degli anni ’50 (Roger Corman, Ed Wood) e che si lascia apprezzare per gli elementi grossolani che caratterizzano la vicenda. La pellicola è super ingenua, al cinema incassò pochissimo e tanto basta per essere considerato un film di culto, diretto da Richard E. Cunha che girò una manciata di pellicole inguardabili tenute in alta stima dagli amanti del brutto a tutti i costi.

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Particolarmente divertente è il trucco usato per creare sia la creatura che la faccia mostruosa di Trudy (con gli occhi fuori dalle orbite). LA FIGLIA DI FRANKENSTEIN è un esempio di cinema girato in totale economia, anzi, pare addirittura che la pellicola del film non sia mai stata pagata. Più basso costo di così…

Brutto sì, ma assai spassoso.