MIO CARO ASSASSINO

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ITALIA, 1972

REGIA: Tonino Valerii

CAST: George Hilton, Marilù Tolo, Salvo Randone, William Berger, Helga Liné, Patty Shepard, Piero Lulli

Durante alcuni lavori in un cantiere, un uomo viene decapitato da una ruspa. Un commissario comincia a indagare e decide di interrogare l’operaio che era alla guida della macchina, che però viene trovato impiccato. Il caso sembrerebbe risolto e piuttosto semplice: in seguito a un incidente di lavoro, il responsabile si sarebbe ucciso a causa del peso sulla coscienza troppo grande da sopportare, ma questa ipotesi non convince il commissario, convinto che questi avvenimenti nascondano qualcosa di ben più grave: i fatti gli daranno ragione, poiché altre persone verranno uccise e salterà fuori una squallida storia fatta di ricatti, rapimenti e personaggi torbidi.

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MIO CARO ASSASSINO è un thriller che vanta un bel numero di estimatori. La scuola del Dario Argento del primo periodo è fin troppo evidente: l’assassino che uccide in soggettiva con guanti e cappello, omicidi cruenti (uno in particolare), telefonate minacciose e bambini dall’infanzia violata. Valerii trova pure il modo di inserire il tema scottante della pedofilia e c’è una scena (che comunque non spoilero) concettualmente molto forte se si considera l’anno di uscita del film (1972). Non male le musiche di Ennio Morricone, vero e proprio marchio di fabbrica di tanti thriller di quegli anni.

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Eppure, nonostante in giro si leggano commenti più positivi che negativi su MIO CARO ASSASSINO e sia innegabile che stiamo parlando di una pellicola di livello sicuramente superiore a tanti altri esempi del periodo, non tutto funziona bene e i difetti si notano: la storia non è facile da seguire e i troppi particolari presenti dall’inizio alla fine ne appesantiscono la visione; l’intreccio è piuttosto intricato e spesso la fluidità della narrazione viene a mancare. Ci sono però dei buoni attori e, anche se George Hilton non è un campione di espressività, nel complesso tutti se la cavano bene.

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C’è da dire che Tonino Valerii non è certo l’ultimo arrivato e, anche se il suo nome è legato più che altro al western, con MIO CARO ASSASSINO è riuscito a lasciare il segno anche fra gli amanti del cinema della paura. Il tasso di morbosità è piuttosto alto, la tensione non manca e la risoluzione finale ha un suo perché. Ispirazione argentiana, dicevamo, ma dobbiamo specificare che sarebbe riduttivo parlare di questo film come una delle tante imitazioni dei lavori del regista romano. Valerii sa camminare con le sue gambe e riesce a raccontare una storia con un certo stile, senza ricorrere mai a trucchetti dozzinali per attirare l’attenzione. Recuperatelo.

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