CICCIABOMBA

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ITALIA, 1982

REGIA: Umberto Lenzi

CAST: Donatella Rettore, Didi Perego, Paola Borboni, Gena Gas, Ugo Bologna, Anita Ekberg, Adriana Russo, Howard Napper

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Siamo nel 1982, era un periodo (iniziato già da un bel po’ di lustri e durato anche dopo, per diversi anni) in cui si sperimentava la versatilità dei personaggi del mondo dello spettacolo, così succedeva di frequente che attori e attrici incidessero dischi e che i cantanti finissero in pellicole di vario genere. Questa sorte è toccata anche a Donatella Rettore, che nei primi anni ’80 spopolava al Festivalbar e vendeva un po’ ovunque i suoi singoli (Lamette, Kamikaze Rock’N’Roll Suicide, Donatella). A farla recitare ci ha provato il nostro Umberto Lenzi che, dopo gli orrori di Incubo Sulla Città Contaminata, Mangiati Vivi! e Cannibal Ferox decise di realizzare pellicole più leggere, destinate a un pubblico diverso. Così dopo Pierino La Peste Alla Riscossa e Incontro Nell’Ultimo Paradiso il regista toscano gira questo Cicciabomba, sorta di film per ragazzi infarcito di “messaggi” (non proprio educativi, ma dopo ci arriviamo) e di buoni sentimenti.

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La Rettore interpreta Miris, una ragazza veneta in sovrappeso che, nel tempo libero ascolta la musica e lavora come speaker in una radio cattolica locale, dove presta la sua voce per dispensare buoni consigli e consolare persone complessate. Il suo carattere irascibile è la conseguenza del bullismo che subisce quotidianamente dalla sorella e dai compagni di scuola per il suo aspetto fisico, ma Miris può contare su un bel gruppo di amiche e sulla sua forte personalità. Un giorno le cose cambiano perché, inaspettatamente, la nostra Cicciabomba vince un viaggio a New York che le cambia la vita, perché l’incontro con una baronessa intenzionata a farla dimagrire è l’inizio di un cammino del tutto diverso…

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La prima parte del film è incentrata sulle disavventure della Rettore appositamente ingrassata per il suo personaggio, ma non funziona praticamente nulla: di ridere proprio non se ne parla e le battute messe in bocca alla cantante fanno più pena che altro. Da apprezzare c’è il tentativo di educare i ragazzi (Cicciabomba è un film destinato a un pubblico adolescenziale) al rispetto per gli altri (la Rettore difende un suo amico gay che ama vestirsi da donna, aggredito da una banda di delinquenti), ma le buone intenzioni si annodano quasi subito per colpa di una recitazione dilettantesca condita con dialoghi miserrimi. Poi arriva la seconda parte e le cose cambiano, ma in peggio. Dopo la cura dimagrante della baronessa si cambia registro e la protagonista torna al suo paesello totalmente cambiata, per confrontarsi con le persone del suo (recente) passato e, nei panni di una trasgressiva star rimette a posto i tasselli della sua vita.

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Intendiamoci, non abbiamo dubbi sulle buone intenzioni di Umberto Lenzi, ma il “messaggio” che passa è che sì dobbiamo avere rispetto per chi ci sta accanto, ma qua si fa l’esempio di una persona che acquisisce piena consapevolezza e sicurezza solo dopo aver rimesso a posto il suo fisico, come se l’essere in carne fosse necessariamente un difetto da correggere in tutti i modi per potersi confrontare con gli altri. C’è addirittura l’amica di Miris che, complessata per il suo naso importante (la chiamano Pinocchia), per poter essere felice si fa una plastica facciale… Non proprio educativo, verrebbe da dire.

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Cast niente male, tanti i nomi scelti per Cicciabomba: Paola Borboni è la nonna di Miris, Didi Perego sua mamma, Adriana Russo l’amica col nasone, Anita Ekberg la baronessa, Ugo Bologna il sindaco e nel ruolo della sorella “bella e cattiva” la cantante di Pozzuoli Gena Gas (responsabile di “capolavori” come Famme Ballà Nun Me Scuccià).

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Pure le canzoni della Rettore presenti nel film non fanno una bella figura, vi assicuro che ascoltare M’é Scoppiata La Testa ogni volta che la protagonista fa qualcosa ha un effetto martellante…

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