IL MOSTRO DEL PIANETA PERDUTO

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TITOLO ORIGINALE: Day The World Ended

USA, 1955

REGIA: Roger Corman

CAST: Richard Denning, Lori Nelson, Adele Jergens, Mike Connors, Paul Birch, Raymond Hatton, Paul Dubov

Sette persone sono le uniche sopravvissute al mondo dopo lo scoppio della bomba atomica, sul pianeta Terra non c’è nessun segno di vita e l’aria risulta estremamente tossica. Fra i superstiti si creano diverse dinamiche di potere, con più uomini che vogliono avere il comando assoluto della situazione e la facoltà di dare ordini agli altri, ma fuori dal rifugio che li ospita c’è una strana presenza che incombe: un mostro scimmiesco frutto di qualche strana contaminazione, che si aggira in quelle zone e che risulta essere in contatto telepatico con una ragazza del gruppo. Tra tensioni e nervosismo, nasce il desiderio comune di un nuovo inizio per l’umanità.

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Nei film di Roger Corman degli anni ’50:gli uomini si azzuffano (o si uccidono) per ottenere il comando della situazione, le donne invece sono prede destinate ai maschi, senza troppa possibilità di scelta. Lo scenario atomico, che offre l’occasione per racimolare un gruppetto di persone che deve ripartire da zero e ristabilire le regole di base che governano l’umanità, è per Corman uno base valida per raccontare tutto questo.

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E’ pur vero che fuori dal rifugio si aggira un mostro, ma il pericolo maggiore secondo Roger Corman viene non da lui ma piuttosto dalla stupidità umana, dall’incapacità dei popoli di unirsi e collaborare per arginare i pericoli, così la minaccia esterna passa in secondo piano per evidenziare la cattiva politica interna messa in atto dalle persone.

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In IL MOSTRO DEL PIANETA PERDUTO, lo scenario apocalittico (realizzato a budget zero ma piuttosto efficace) serve quindi a portare avanti un discorso molto caro al regista che va ben oltre la fantascienza e, partendo da un contorno di pura fantasia, affronta situazioni pensate non tanto per procurare facili brividi ma per far riflettere. Gli effetti speciali sono praticamente assenti, c’è solo qualche faccia distrutta dalle radiazioni e il mostrone di gomma che deambula qua e là.

DAY THE WORLD ENDED offre una storia interessante e non banale, ma le nuove generazioni (abituate a un ritmo ossessivo e a effetti speciali elaborati) difficilmente apprezzerebbero una pellicola come questa, fatta con zero soldi ma con un’idea interessante.

Da vedere.

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