WRONG TURN 3/ SVOLTA MORTALE

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TITOLO ORIGINALE: Wrong Turn 3: Left For Dead

USA, 2009 (ViDEO)

REGIA: Declan O’Brien

CAST: Tom Frederic, Janet Montgomery, Gil Kolirin, Christian Contreras, Jake Curran, Tom McKay, Charles Venn

Nei boschi della Virginia, alcuni detenuti vengono trasportati verso un carcere di massima sicurezza. Durante il cammino, scattano delle dinamiche di fuga e i galeotti cercano di scappare dalle forze dell’ordine e le cose si complicano dopo poco, visto che riescono a eludere il controllo dei poliziotti e a prendere il controllo della situazione, ma dentro al bosco c’è un’insidia terribile: un macellaio psicopatico (sopravvissuto e bene in forma dopo il secondo episodio), mutato geneticamente per colpa di alcune scorie radioattive. Poliziotti e carcerati si trovano così mescolati e, in un’atmosfera di grande nervosismo, cercano un modo per uscire vivi dalla situazione.

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Terzo capitolo, ancora una volta realizzato per il mercato home video, della saga iniziata nel 2003. Com’era prevedibile, in WRONG TURN 3 arrivano i primi segni di stanchezza: il progetto è realizzato per mostrare le solite scene ricche di sangue e sbudellamenti (che a dire il vero abbondano), ma stavolta si abusa troppo di computer grafica (bruttina e inappropriata) e ci sono troppe lungaggini che, a differenza del capitolo precedente, appesantiscono la storia.

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La caratterizzazione dei personaggi è infarcita, ancora una volta, dei soliti luoghi comuni: il criminale pericoloso, il buono, l’eroe ecc. Intendiamoci: in prodotti come questi nessuno si aspetta analisi psicologiche approfondite, ma qua si ha l’impressione di aver messo insieme un po’ di persone giusto per riempire lo schermo, qualche bella sequenza però  è comunque assicurata: gente trafitta, ragazze insidiate dal malato di mente di turno arrapato e squartamenti vari, faranno contenti tutti coloro che si accontentano di poco e che chiedono soltanto di passare un’oretta e mezza di intrattenimento sanguinolento.

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Le parti migliori in WRONG TURN 3/ SENZA VIA D’USCITA sono il prologo e la fine: un bel massacro iniziale e un epilogo con sorpresa, un tocco di classe finale che forse vuol suggerire che, nonostante la banalità dell’insieme, gli autori si sono sforzati di inserire almeno un paio di elementi originali per lasciare qualcosa da ricordare. Trascurabile, una storia senza idee già vista mille volte, ma se vi accontentate di poco forse ci troverete qualcosa di divertente.

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