SHROOMS/ TRIP SENZA RITORNO

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TITOLO ORIGINALE: Shrooms

IRLANDA/ G.B/ DANIMARCA, 2007

REGIA: Paddy Breathnach

CAST: Lindsey Haun, Jack Huston, Robert Hoffman, Maya Hazen, Max Kasch, Sean McGinley

L’idea poteva essere di quelle davvero vincenti, semplice nella struttura ma affascinante: realizzare una copia dei vari Le Colline Hanno Gli Occhi, Non Aprite Quella Porta e Wrong Turn di routine in acido. Negli anni 2000 i matti erano spesso presenti negli horror, c’era un ritorno a certe tematiche anni ’70 (più per la mancanza di idee che per altro) che davano modo di produrre in serie tanti filmacci di serie z spesso e volentieri poco interessanti, dove psicopatici di ogni risma e famiglie di pazzoidi sanguinari spadroneggiavano fra boschi e campagne. Shrooms è più o meno questo ma con una viariante, perché il solito gruppo di teenagers (cresciutelli) ingenui e antipatici qua fanno un viaggetto nei boschi dell’Irlanda alla ricerca di funghi allucinogeni, per passare ore di delirio immersi nella natura.

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In preda alle allucinazioni, i ragazzi non sono più in grado di distinguere la realtà dalla fantasia e ciò gioca a loro sfavore, perché da quelle parti si aggirano alcuni pazzi sanguinari fuggiti da un non meglio identificato istituto psichiatrico, sopravvissuti dopo anni di prigionia. Tra visioni orribili e morti a catena, c’è da stabilire se i soccorsi saranno in grado di arginare la situazione, ma c’è una sorpresa finale.

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Mi rendo conto che a leggere la trama si potrebbe pensare che Shrooms/ Trip Senza Ritorno potrebbe essere interessante o originale, in realtà questo slasher si affossa quasi subito e dopo poco ci si accorge che a mancare è la sostanza; è come se passata la prima parte del film il regista non sapesse più che pesci pigliare, così gli sventurati protagonisti cominciano a correre, scappare e ad agitarsi giusto per creare un po’ di confusione, senza che nulla di importante accada realmente. C’è pure l’escamotage del fungo che dovrebbe donare, a chi lo ingoia, la possibilità di vedere il futuro (e quindi chi sarà il prossimo a morire), con conseguente confusione tra sogni, allucinazioni e matti veri che si muovono nel bosco. Un po’ indigesto, a dirla tutta.

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Gli attori sono abbastanza anonimi e i personaggi che interpretano sono i soliti stereotipati, uguali a mille altri film, inoltre stavolta non ci sono nemmeno scene sexy come di solito accade in questo genere di produzioni e il sangue è pochino. Un po’ poco sinceramente, per apprezzarlo ci vogliono pretese assai basse…

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