BAMBOLE E SANGUE

TITOLO ORIGINALE: Private Parts

USA, 1972

REGIA: Paul Bartel

CAST: Ayn Ruymen, Lucille Benson, John Ventantonio, Laurie Main, Stanley Livingston, Charles Woolf

Diretto da Paul Bartel, BAMBOLE E SANGUE è un film strutturato come una commedia grottesca che, nel finale, vira nell’horror mostrando qualche effettaccio truculento. Pescando molto da Psycho di Hitchcock, PRIVATE PARTS racconta di Cheryl, una ragazza che dopo essere scappata di casa cerca rifugio in uno strano albergo gestito da sua zia. All’interno dell’edificio, la ragazza sente strani rumori e fa la conoscenza degli ospiti bizzarri che popolano quella struttura, ma la zia è un personaggio assai strano e quando Cheryl si invaghisce di un misterioso fotografo il sangue comincia a scorrere…

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Le premesse per qualcosa di bizzarro e divertente c’erano tutte, purtroppo però BAMBOLE E SANGUE è a conti fatti un mezzo fallimento. Le caratteristiche sono quelle del perfetto b-movie: girato a basso costo (e si vede), una location che serve per tutta la vicenda (l’albergo), trama ricalcata su un altro film di grande successo, recitazione sopra le righe, personaggi squinternati, sesso e sangue. Cosa chiedere di più? Eppure, l’impressione è quella di un progettino ambizioso che non riesce ad andare a segno e non diverte quasi mai.

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I clienti strani che popolano l’albergo della zia della protagonista non vengono sfruttati a dovere e per quasi un’ora e mezza assistiamo agli spostamenti della ragazza nelle varie camere, fra foto porno scattate da uno strano personaggio, un topo allevato alla stregua di un animale domestico e una vecchia senza denti, ma spesso la noia regna sovrana. Solo alla fine arriva una piccola sorpresa, ma è troppo poco per salvare il film e inserirlo nella lista degli “strani ma belli”. Peccato…

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Comunque, c’è da dire che le scenografie sono azzeccate e, almeno sul piano visivo, dobbiamo riconoscere che BAMBOLE E SANGUE è un film piuttosto curato che però non decolla mai e, anche se emerge la volontà di Bartel di parlare di sessualità vista da più angolature, la sostanza è poca e non riesce a essere graffiante come forse vorrebbe.

Per molti è un cult a tutti gli effetti, per chi scrive è solo un esperimento poco riuscito. Se non l’avete mai visto dategli un’occhiata e dite la vostra…