ITALIA, 1979
REGIA: Sergio Martino
CAST: Barbara Bach, Claudio Cassinelli, Richard Johnson, Roberto Posse, Beryl Cunningham, Franco Iavarone
Dopo essere stati trascinati dalle onde su un’isola apparentemente deserta, cinque naufraghi si muovono per perlustrare la zona, uno di loro però viene ucciso da un essere metà uomo e metà pesce e un altro muore in una trappola. I sopravvissuti fanno la conoscenza di una donna a cavallo (Barbara Bach) che li porta nella tenuta dove vive insieme al marito, che si dichiara padrone assoluto e incontrastato dell’isola.
L’uomo ha dei piani, che si rivelano tutt’altro che nobili: nel suo laboratorio costringe il padre della moglie, esperto medico, a trasformare gli esseri umani in anfibi per schiavizzarli: il folle ha identificato un punto subacqueo in prossimità dell’isola (dove secondo lui si troverebbero le rovine di Atlantide) e usa gli uomini pesce per recuperare i tesori sommersi.
Discreto avventuroso di Sergio Martino, che vira in maniera pacata e intelligente verso il fantastico. Con le belle scenografie dell’esperto Antonello Geleng, questa pellicola girata in Sardegna (ma dovremmo essere dalle parti di Haiti), con un budget piuttosto basso, ha un bell’impatto e si lascia guardare.
L’ISOLA DEGLI UOMINI PESCE è uno dei tanti titoli da tenere in considerazione nella sterminata filmografia di Martino: la storia guarda molto a L’Isola Del Dottor Moreau (uscito due anni prima), a far funzionare lo spettacolo ci pensano le belle sequenze subacquee e i mostri (uomini in tuta che danno un tocco weird alla vicenda).
Tanti e variegati gli elementi del progetto: c’è il mito del voodoo, il tesoro di Atlantide, gli esperimenti genetici e, soprattutto, la trasformazione di una cavia umana in essere anfibio, che aggiunge un po’ di raccapriccio per gli amanti dell’horror d’annata.
Merita un’occhiata. L’ISOLA DEGLI UOMINI PESCE non presenta situazioni particolarmente originali, ma Martino sa il fatto suo e la prova convince. Recuperatelo.
