EPITAPH/ FOLLIA OMICIDA

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TITOLO ALTERNATIVO: Mommy’s Epitaph

USA, 1987 (VIDEO)

REGIA: Joseph Merhi

CAST: Natasha Pavlovich, Delores Nascar, Jimmy Williams, Flint Keller, Liz Kane, Linda Tucker-Smith, Richard W. Munchkin

Ecco la più classica delle famiglie alla “Mulino Bianco“: babbo, mamma, figlia adolescente e nonna paterna che, tutti insieme, vanno a vivere in una grande villa di campagna, c’è però un piccolo problema che turba la quiete: la mamma è una schizofrenica bipolare con l’ossessione di essere stuprata, ma allo stesso tempo si comporta da femme fatale tutte le volte che incontra un maschio. Nel suo delirio, la vediamo indossare una sensuale camicia per scuotere i sensi dell’imbianchino ma, quando lui le dice “sono stufo di questo lavoro e di avere a che fare con vecchie bagasce come te”, lei perde le staffe e lo ammazza a coltellate.

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Nella sua testa, la donna è convinta che tutti gli uomini la desiderino e quindi li ammazza per prevenire un eventuale stupro. Geniale no? Così, una psichiatra si finge sua amica per cercare di capirci qualcosa, ma anche per lei c’è una brutta fine, perché quando la mammina si accorge di essere “studiata” la incatena e la tortura con un enorme ratto. Che fare quindi? La famiglia copre e nasconde i comportamenti della donna, visto che altrimenti sarebbero costretti a metterla in una clinica psichiatrica, quindi, ragionevolmente, fanno finta di nulla e la lasciano fare.

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Quelli della Troma non sono certo gli ultimi arrivati quando si parla di brutture e, se hanno pensato di inserire questo film nel loro ricchissimo catalogo, un motivo ci sarà. Sarà forse per la storia assurda? Dipenderà dalle avances ridicole della donna agli uomini di turno? O sarà forse per la tremenda tortura all’amica ficcanaso, perforata e sbudellata da un topo inferocito? Sarebbe interessante chiederglielo.

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Quello che lascia più di sasso in EPITAPH è la sceneggiatura assurda (quando il marito viene massacrato la nonna dice una preghiera e fa finta di nulla), che si sforza di raccontare una vicenda che non sta in piedi. Scene al limite del comico, un po’ di urla a caso e qualche omicidio sanguinoso (poca roba e effetti mediocri) fanno di questo film una vera e propria perla per gli amanti del brutto a tutti i costi.

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C’è però una domanda che sorge spontanea dopo aver visto il film del regista siriano Joseph Merhi: per quale motivo produttori e sceneggiatori si prendono la briga di realizzare cose del genere? Non lo sapremo mai, ma per gli amanti del cinema di serie z questa è manna che scende dal cielo.

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