LA TREDICESIMA VERGINE

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TITOLO ORIGINALE: Die Schlangengrube Und Das Pendel

GERMANIA, 1967

REGIA: Harald Reinl

CAST: Lex Barker, Karin Dor, Vladimir Medar, Christopher Lee, Christiane Rucker, Dieter Eppler

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La Tredicesima Vergine si apre con un prologo: il conte Regula (Christopher Lee) viene condannato a morte da un giudice che è riuscito a dimostrarne la colpevolezza, poiché si è macchiato di dodici orrendi delitti, ai danni di altrettante ragazze. Costretto a indossare una maschera trapuntata di aculei che ne trafiggono il volto (la citazione a La Maschera Del Demonio di Mario Bava è evidente), il conte viene successivamente legato a quattro cavalli, che prendendo direzioni diverse smembrandone il corpo. 35 anni dopo, un nobile avvocato riceve una pergamena che contiene l’invito a recarsi al castello del conte. Incuriosito, l’uomo decide di partire, trovando nel suo cammino un prete e due giovani ragazze, che come lui hanno ricevuto l’invito dal nobile. Una volta arrivati nel lugubre maniero, gli ospiti si accorgono di essere nei guai: il malvagio conte è vivo è vegeto e vuole ottenere la vita eterna tramite il sacrificio di una delle due ragazze (è infatti lei la tredicesima vergine che gli occorre per preparare l’elisir), inoltre vuole uccidere il giovane avvocato in quanto figlio del giudice che lo fece condannare. Comincia per tutti una notte da incubo: il castello è stregato e sembra non esserci scampo per nessuno…

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Un ottimo film e una bella sorpresa per tutti gli amanti del gotico. Stavolta l’ambientazione è tedesca ma la pellicola è super delirante e il risultato finale è un po’ diverso dai classici esempi del genere. Le scenografie sono coloratissime, ricche di particolari macabri e bizzarri. Il castello è una specie di trappola, pieno di invenzioni e trovate originali: a arredare le stanze ci sono strumenti di tortura, scorpioni, serpenti, macabre apparizioni, trabocchetti, botole e persino fantasmi. C’è pure il protagonista sottoposto alla tortura del pendolo (e dopo Bava ecco una bella citazione da Edgar Allan Poe, ripresa dai precedenti film di Roger Corman).

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Sembra di stare all’interno di un macabro luna park e il viaggio dei protagonisti (prima nel sentiero che li conduce al maniero e, una volta arrivati, all’interno della struttura) assomiglia al tipico percorso che fanno i visitatori quando si addentrano del “tunnel dell’orrore”: fra porte che si aprono e si chiudono all’improvviso, facce poco rassicuranti e urla di spavento, La Tredicesima Vergine mostra anche un’ala del castello adibita a laboratorio, il luogo ideale per Christopher Lee che interpreta un personaggio a metà strada fra un vampiro e un mad doctor che, in mezzo agli alambicchi fumanti sperimenta il siero che dovrebbe donargli la vita eterna. Sottovalutato e poco discusso, meriterebbe molta più attenzione da parte degli appassionati del genere.

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Diretto dal tedesco Harald Reinl, che pesca a piene mani sia dal gotico americano che da quello italiano.

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