BLACK CHRISTMAS (UN NATALE ROSSO SANGUE)

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CANADA, 1974

REGIA: Bob Clark

CAST: Olivia Hussey, Keir Dullea, John Saxon, Margot Kidder, Marian Waldman, Art Hindle, Andrea Martin

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Durante la vigilia di Natale, alcune ragazze decidono di passare la notte all’interno di un convitto. L’intenzione sarebbe quella di fare un po’ di baldoria, ma una presenza non desiderata comincia a farsi sentire: il telefono dell’istituto squilla e dall’altra parte della cornetta una voce poco rassicurante snocciola oscenità e minacce. Inizialmente viene sottovalutato il pericolo, ma quando una ragazza viene fatta fuori sul serio (e data per dispersa dalle altre che non trovano il cadavere, posizionato in soffitta dal killer) la situazione cambia in peggio per tutti…

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Non serve a molto soffermarsi troppo su una trama e su un finale volutamente ambigui. Black Christmas è uno slasher che propone una storia come mille altre, ma va detto che il pazzoide inventato da Bob Clark ha il merito di essere sgradevole e perverso come pochi; non che si veda chissà che, ma le telefonate oscene del perverso maniaco che tormenta le giovani studentesse bastano da sole come elemento disturbante, che inquieta non poco.

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La storia è giocata su una doppia percezione del pericolo, cioè la minaccia che arriva da fuori (le telefonate del pazzo che dice di chiamarsi Billy sono interurbane, cioè provenienti da un diverso distretto rispetto a quello dove si trova il convitto che ospita le ragazze) o direttamente da dentro, poiché il killer parrebbe abitare in soffitta, luogo chiave del film che riesce a fregare un po’ tutti, perfino John Saxon nei panni di un agente di Polizia.

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la tensione non manca e Black Christmas “se la tira” fino in fondo, lasciando diversi dubbi sulla vera identità dell’autore dei delitti, scelta questa che se da una parte può deludere chi ha seguito la storia per avere idee chiare sul colpevole si rivela un punto a favore per altri versi, perché permette di formulare almeno due ipotesi, entrambe volutamente “suggerite” (in modo più o meno chiaro, ma dipende da come lo spettatore preferisce farsi influenzare) ma mai definitive.

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Notevoli i personaggi, mai banali e (cosa insolita per uno slasher) fortemente delineati, tra i quali vanno ricordati Keir Dullea folle e inquietante, Olivia Hussey gelida e un cauto John Saxon. 

Angosciante.

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