LA MACCHIA DELLA MORTE

alt="la macchia della morte"

TITOLO ORIGINALE: The Mephisto Waltz

USA, 1971

REGIA: Paul Wendkos

CAST: Alan Alda, Jacqueline Bisset, Barbara Parkins, Bradford Dillman, Kathleen Widdoes, William Windom

LA MACCHIA DELLA MORTE racconta la storia di Myles, un uomo di spettacolo in cerca di successo che un giorno fa la conoscenza di Duncan, un talentuoso e austero pianista. Dopo poco, qualcosa nella sua vita di Myles  comincia a cambiare, perché in seguito alla morte di Duncan l’uomo eredita un bel po’ di soldi e, inspiegabilmente, acquisisce velocemente tutto il talento del defunto, arrivando perfino a sostituirlo negli show.

alt="la macchia della morte"

Inizialmente entusiasta, la moglie di Myles (Jacqueline Bisset) si trova incastrata in un pericoloso groviglio quando si accorge della repentina mutazione caratteriale del marito che, da timido e premuroso, è diventato un arrogante e cinico uomo in carriera. La donna comincia a sentire puzza di zolfo e, in seguito alla morte della figlia, si rende conto che l’unica soluzione per affrontare la situazione è quella di scendere a patti col Maligno…

alt="la macchia della morte"

Avrete già capito che in LA MACCHIA DELLA MORTE parliamo di anime vendute al Diavolo e di patti luciferini. In effetti la sostanza del film è questa, ma tutto è giocato sull’atmosfera e non c’è traccia di particolari terrificanti o di scene forti, anche se gli incubi che tormentano Jacqueline Bisset (splendida e bravissima) qualche brivido riescono a regalarlo. La storia si svolge in modo lineare e, secondo chi scrive, la trama non è affatto confusa come si è detto in passato; in ogni caso, quello che funziona meglio è l’atmosfera cupa che permea la pellicola dall’inizio alla fine.

alt="la macchia della morte"

Il film di Paul Wendkos si lascia guardare perché la sceneggiatura funziona, ma è soprattutto l’attesa per l’epilogo che tiene alta l’attenzione dello spettatore. In 100 minuti, tutti gli elementi che portano alla risoluzione finale vengono dosati nella giusta maniera, così in LA MACCHIA DELLA MORTE non ci sono mai punti morti o sequenze fuori luogo. Certo, si vede che l’ispirazione arriva da Rosemary’s Baby, ma la struttura è solida e i personaggi sono ben delineati.

Merita una visione, anche se a dirla tutta il ritmo non è poi così travolgente e di originalità ce n’è poca, però lo spettacolo funziona e alla fine non si ha la sensazione di aver perso del tempo.

alt="la macchia della morte"