ANNA, QUEL PARTICOLARE PIACERE

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ITALIA, 1973

REGIA: Giuliano Carnimeo

CAST: Edwige Fenech, Corrado Pani, Richard Conte, John Richardson, Corrado Gaipa, Umberto Raho, Bruno Corazzari

Ogni occasione è buona per sfruttare la grande presenza scenica di Edwige Fenech nel suo periodo migliore, ma stavolta lo scenario non è quello “al sangue” dei sexy-thriller di Sergio Martino. In Anna, Quel Particolare Piacere la “donna più bella del mondo” veste i panni di una cassiera che ha la sfortuna di innamorarsi dell’uomo sbagliato, un delinquente che la coinvolge in fatti di sangue e la costringe a prostituirsi per battere cassa.

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Dopo un lungo percorso fatto di rinunce e umiliazioni, ricattata e senza la possibilità di fuggire dal suo “fidanzato” che la usa come se fosse un pezzo di carne da offrire al miglior cliente, Anna scopre di essere incinta e per lei si prospetta un futuro diverso, anche perché il suo sfruttatore finisce dritto in galera e lei intreccia una nuova relazione con un medico che si prende cura di lei e si affeziona al nuovo piccolo arrivato. Prevedibilmente, le cose non saranno così semplici, perché dopo un po’ lo spietato criminale che per tanto tempo l’aveva tormentata esce di prigione e torna a cercarla, con conseguenze drammatiche…

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Non proprio riuscito, questo melodramma cupo del prolifico Giuliano Carnimeo annoia e scorre male, per colpa di una sceneggiatura un po’ incerta che racconta in maniera pesante una storia tutto sommato scontata. C’è l’intenzione di mostrare il corpo della Fenech, anche se Anna Quel Particolare Piacere è piuttosto casto nelle scene “hot”e i nudi (mai integrali) sono sempre dosati col contagocce, inoltre le scene violente e d’azione risultano di poco spessore. Peccato, perché il cast non è male e Corrado Pani funziona benissimo nella parte dell’affascinante poco di buono.

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Alla fine del giro rimane ben poco, come erotico non è granché (il titolo ammiccante serve unicamente per incuriosire il pubblico, facendo alludere a contesti pruriginosi che non ci sono), come poliziesco/noir arranca e non appassiona. Rimane la Fenech, poco credibile nel ruolo dell’ingenua ragazza ma in grado di reggere da sola tutto il film, anche se il finale “strappalacrime” non le rende giustizia. Irrisolto.

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