I RAGGI MORTALI DEL DR. MABUSE

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TITOLO ORIGINALEDie Todesstrahlen des Dr. Mabuse

ITALIA/ FRANCIA/ GERMANIA, 1964

REGIA: Hugo Fregonese

CAST: Peter van Eyck, Yvonne Furneaux, Rika Dialyna, O.E. Hasse, Wolfgang Preiss, Claudio Gora, Walter Rilla

Il folle Dottor Mabuse (ma dimenticatevi Fritz Lang) non è morto come si credeva e, usando le sue capacità paranormali, dopo aver condizionato la mente di un ignaro studioso sta mettendo in piedi un folle piano. Lo scienziato ha preparato una base super accessoriata a Malta e, con l’ausilio di particolari specchi di sua invenzione (in grado di concentrare i raggi del sole per creare un’arma mortale) è intenzionato a polverizzare il mondo (…).

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Sarà molto difficile fermarlo, poiché lo spirito del dottore si muove prendendo possesso della mente delle persone, riuscendo a far perdere le sue tracce ogni volta che viene individuato….

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Fritz Lang lanciò l’idea, dopodiché produttori e artisti vari (non solo nel cinema) la usarono per raccontare storie di mad doctors contornati da personaggi malvagi assortiti. Questo è quello che ha fatto Hugo Fregonese dopo aver preso in prestito le gesta del famoso dottore per costruire una spy-story, in linea con le produzioni di quel periodo ma con l’aggiunta di elementi fantastici.

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Il piatto forte di I RAGGI MORTALI DEL DR. MABUSE sarebbe l’ispirazione che arriva dagli studi di Archimede, che spiegò il meccanismo che permetteva di concentrare i raggi solari attraverso specchi e lenti. Ne è venuta fuori una pellicola povera, ingenua e spesso noiosa, ma che vanta in ogni caso un buon numero di fans.

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La struttura è quella di un film alla James Bond dei poveri, dove i mezzi sono limitati ma si usa qualche idea bizzarra per non far pesare troppo la pochezza dell’insieme; l’intento è quello di costruire una storia spionistica infarcita di elementi fantascientifici, per la verità più suggeriti che mostrati. Per far rivivere il folle dottore, Hugo Fregonese usa l’escamotage (non nuovo) del transfert mentale, ma l’assenza di effetti speciali e di colpi di scena rilevanti fanno di questo spy-movie un progetto interessante sulla carta ma di fatto troppo superficiale e poco divertente.

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