TITOLO ORIGINALE: Nosferatu: Phantom der Nacht
GERMANIA/ FRANCIA, 1979
REGIA: Werner Herzog
CAST: Klaus Kinski, Isabelle Adjani, Bruno Ganz, Roland Topor, Walter Ladengast, Carsten Bodinus, Martje Grohmann
Un agente immobiliare decide di partire alla volta dei Carpazi per concludere un affare col Conte Dracula, intenzionato ad acquistare una casa nel Mar Baltico. Dopo un mese di viaggio col suo cavallo (e dopo aver ricevuto diversi avvertimenti circa la pericolosità dell’impresa), l’uomo arriva al castello e ad accoglierlo, trova la figura spettrale del Conte che, dopo una iniziale gentilezza, lo vampirizza. Dracula parte per raggiungere la moglie dell’agente e si porta dietro una legione di ratti che spargono la peste intorno a lui; l’unica figura in grado di sconfiggere l’infernale essere sembrerebbe essere proprio la donna, ma distruggere il vampiro non è facile e il prezzo da pagare molto alto…
NOSFERATU, IL PRINCIPE DELLA NOTTE sembrerebbe fatto apposta per permettere al grande Klaus Kinski di interpretare il ruolo della sua vita e c’è da dire che la sua presenza crea un impatto notevole: viso bianco spettrale, vestito di nero e con unghie affilate, è il portatore di morte per eccellenza, insieme ai topi che spargono orrore e malattie, ma Werner Herzog non ha intenzione di impaurire o impressionare lo spettatore, cerca semmai di disorientarlo, immergendolo in un’atmosfera onirica e confusionaria, in cui la fragilità di Isabelle Ajani, algida figura in netta contrapposizione alla presenza macabra del Conte. diventa parte integrante della vicenda.
La fotografia è bellissima, con splendidi paesaggi e dettagli molto suggestivi; ci sono almeno per chi scrive, un paio di sequenze memorabili che consegnano questa pellicola all’immortalità: un orologio a cucù con un carillon interno composto da teschi e il pranzo lussuoso in mezzo ai ratti di un gruppo di appestati, consapevoli che a breve moriranno a causa del terribile morbo.
La regia di Werner Herzog è poetica e lirica, con un occhio di riguardo agli stati d’animo dei personaggi. Più drammatico che horror, rispetta fedelmente la storia narrata nel NOSFERATU di Murnau un centinaio di anni fa.
