IL SIERO DELLA VANITÀ

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ITALIA, 2004

REGIA: Alex Infascelli

CAST: Margherita Buy, Valerio Mastandrea, Francesca Neri, Barbora Bobulova, Antonino Bruschetta, Maddalena Maggi, Marco Cortesi

Quando diverse persone dello spettacolo scompaiono, una poliziotta (Margherita Buy), che aveva attaccato al chiodo la pistola per un episodio della sua vita andato male, decide di ricominciare il suo lavoro insieme a un collega (Valerio Mastandrea). La donna cerca di capire il filo conduttore che lega tutte le persone scomparse e, la chiave di tutto, sembrerebbe una trasmissione televisiva condotta da una cinica presentatrice (Francesca Neri): a sparire sono alcuni personaggi che erano stati ospiti tutti insieme in una delle tante puntate.

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Dietro ai sequestri si nasconde una mente malata: a causa di una figuraccia in diretta fatta davanti a milioni di telespettatori (lo show è il più seguito d’Italia), un uomo vuol prendersi una macabra e schizoide rivincita: rapiti tutti gli ospiti presenti nello show di quella sera, il paranoico infelice vorrebbe replicare la puntata costringendo tutti a guardarlo. Ma il mondo dello spettacolo ha delle regole ben precise e la conduttrice farà dell’evento un motivo di audience…

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Dopo un bell’esordio con l’interessante Almost Blue, Alex Infascelli dimostra un po’ di stanchezza e realizza un film con qualche spunto interessante ma non del tutto riuscito. Basandosi su un racconto di Niccolò Ammaniti, la storia offre comunque una bella occasione a Margherita Buy e le offre un ruolo interessante, in una parte sensibilmente diversa dalle sue solite (la depressa delle commedie). e con IL SIERO DELLE VANITÀ dimostra di essere capace a fare anche altro e ne esce vincente. A lei, prima che a tutti gli altri, va un applauso.

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A parte questo però, è lo svolgimento della storia a destare qualche perplessità. Troppe ingenuità, diversi luoghi comuni e un taglio un po’ troppo televisivo abbassano il livello generale de IL SIERO DELLA VANITÀ: a farne le spese è la tensione che non è mai troppo alta.

La recitazione, poi, non sempre funziona: qualche personaggio è troppo caricaturiale e anche se è piuttosto evidente l’intenzione di fare una critica al sistema televisivo , le scenette che Infascelli imbastisce risultano un po’ pacchiane.

L’intreccio poliziesco a volte passa addirittura in secondo piano, nel tentativo (poco riuscito) di delineare le caratteristiche tipiche che popolano l’ambiente del piccolo schermo, ma in ogni caso IL SIERO DELLA VANITÀ è piuttosto scorrevole e così, pur con tutti i suoi evidenti difetti, si segue volentieri, il ritmo in fondo non manca. Da segnalare Valerio Mastandrea, teso e deciso in un ruolo evidentemente a lui congeniale.

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