REPULSIONE

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TITOLO ORIGINALE: Repulsion

G.B, 1965

REGIA: Roman Polanski

CAST: Catherine Deneuve, Ian Hendry, John Fraser, Yvonne Furneaux, Patrick Wymark, Renee Houston, James Villiers

Un’estetista (Catherine Deneuve) ha un carattere introverso, che la porta a essere morbosamente attaccata alla sorella. Attraverso un processo mentale disfunzionale, la ragazza comincia a provare una totale repulsione nei confronti degli uomini, arrivando a provare schifo e ribrezzo dal minimo contatto con un qualsiasi maschio. Quando la sorella parte per un week end col fidanzato e la lascia sola in casa, la fragile vittima diventa del tutto succube degli impulsi sbagliati che arrivano dal suo cervello: incubi e visioni orribili la spingono addirittura a uccidere, in uno stato di totale degrado sia fisico che mentale.

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Uno dei migliori lavori di Roman Polanski in un bianco e nero secco, freddissimo e tagliente. Il film ha delle sequenze realmente inquietanti impossibili da dimenticare: la Deneuve (superba) vede enormi crepe che si formano nelle mura della sua abitazione (che stanno a simboleggiare il suo cervello che si sta sgretolando). Il disgusto che prova nei confronti degli uomini la porta a sognare stupri continuati e, da sveglia (si fa per dire), mescola realtà a fantasie orribili (muri che si spappolano, mani che la toccano ovunque). Il disgustoso coniglio spellato che doveva essere la sua cena è a livello simbolico il suo cervello, lasciato a marcire sopra la tavola fintanto che non sarà cosparso di mosche.

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REPULSION è un trip sulla mente disturbata di Catherine Deneuve, con lunghe sessioni terrorizzanti e angoscia che incalza senza tregua. E’ anche il primo lavoro realmente scioccante di Polanski (il secondo sarà L’Inquilino Del Terzo Piano), che all’interno di quattro mura riesce a creare un’atmosfera da incubo che rimarrà nella storia.

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Imperdibile e necessario per capire il modo di fare cinema del regista polacco, dove la sostanza è formata dalle parti oscure della mente umana.

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