LA CASA SULLA COLLINA DI PAGLIA

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TITOLO ORIGINALE: Exposé

G.B. 1976

REGIA: James Kenelm Clarke

CAST: Udo Kier, Linda Hayden, Fiona Richmond, Patsy Smart, Karl Howman, Vic Armstrong

Senza addentrarci troppo sulle specifiche tecniche delle varie versioni del film, più o meno censurate, potremmo dire che LA CASA SULLA COLLINA DI PAGLIA è più famoso per i vari casini distributivi che per la storia in sé, anche se a onor del vero i pregi sono più dei difetti. Finito nella lista nera dei Video Nasties, fa parte di quel mucchio di pellicole che per molto tempo nel Regno Unito non hanno potuto vedere la luce. E’ la storia di uno scrittore (Udo Kier) che decide di passare un po’ di tempo in una casa isolata in campagna, allo scopo di trovare l’ispirazione giusta per la stesura del suo nuovo romanzo. Insieme a lui ci sono la sua compagna (Fiona Richmond) e una dattilografa (Linda Hayden), reclutata appositamente per battere a macchina quelle che dovrebbero diventare pagine del suo libro. In un clima morboso e solo apparentemente tranquillo, un po’ alla volta emerge il lato torbido dei personaggi e, fra amplessi, stupri e coltellate lo scrittore si accorge a sue spese che c’è qualcuno che cova desideri di vendetta…

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La strizzata d’occhio a Cane Di Paglia è evidente a partire dal titolo (e non solo da quello), in ogni caso questa pellicola di James Kenelm Clarke riesce a sprigionare fascino e tutto è fuorché derivativa. Il terzetto Kier, Richmond e Hayden funziona bene e seppur con qualche ingenuità (i dialoghi spesso rasentano il ridicolo) è possibile respirare un’atmosfera malata. LA CASA SULLA COLLINA DI PAGLIA è infarcito di amplessi piuttosto espliciti e al limite del perverso (Udo Kier prima di fare sesso indossa un paio di guanti di lattice) e di masturbazioni femminili. C’è pure una scena di stupro in stile rape&revenge, dove Linda Hayden si finge accondiscendente nei confronti di due uomini che si apprestano ad abusare di lei, salvo poi freddarli con una fucilata, sequenza questa slegata rispetto al resto della storia ma funzionale per farci intendere di che pasta è fatta la gentil donzella.

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Non siamo di fronte a un film dalla storia avvincente, perché se guardiamo alla sceneggiatura e soprattutto al finale (che definire bruttino sarebbe probabilmente un eufemismo) c’è da rimanere delusi, ma non è questa la chiave di lettura: LA CASA SULLA COLLINA DI PAGLIA ricorda i fumettoni porno sadici di una volta, dove le tavole pepate e al sangue solleticavano la fantasia di chi leggeva, senza troppe pretese di verosimiglianza. Non è importante cosa lo spettatore vede nell’epilogo, ma il modo in cui ci arriva: la violenza e il sesso (etero e lesbo) sono gli ingredienti principali di una vicenda in cui i personaggi sono volutamente squallidi e dove a creare una situazione ostile ci pensano tensione e nervosismo generale.

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Un applauso a Udo Kier, piuttosto convincente nella parte dello scrittore un po’ sciroccato, alla “polposa” Fiona Richmond e alla perversa Linda Hayden; LA CASA SULLA COLLINA DI PAGLIA è ben lontano dall’essere un capolavoro, ma una visione se la merita tutta. Dategli un’occhiata, ma fate attenzione alle varie versioni che girano.

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