LA MASCHERA DEL DEMONIO

alt="la maschera del demonio"

ITALIA, 1990

REGIA: Lamberto Bava

CAST: Giovanni Guidelli, Deborah Caprioglio, Stanko Molnar, Mary Sellers, Laura Devoti, Michele Soavi, Eva Grimaldi, Ron Williams

Alcuni adolescenti (in realtà adulti che si comportano da ragazzini) vanno a sciare in un posto isolato in montagna, ma  dopo un terremoto precipitano tutti in una una voragine e, uno di loro, si accorge che sotto il ghiaccio giace il corpo di una donna con una maschera che ne copre il volto.

Tolta la maschera, un nuovo terremoto li colpisce e finiscono all’interno di una specie di tempio sepolto sotto i ghiacci. In cerca di una via d’uscita (e dopo che c’è scappato il morto, particolare che dopo 30 secondi viene dimenticato o ignorato dagli altri!) i ragazzi finiscono in casa di un prete cieco che li accoglie, unico abitante del luogo che vive isolato insieme al suo cane.

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Dopo poco, un clima di violenza si insinua nella casa: i ragazzi perdono il controllo e commettono ogni genere di cattiveria ai danni del prete; gli unici “immuni” da questa anomala ondata di follia sembrano essere un ragazzo e una ragazza, gli unici del gruppo a non aver mai avuto nella vita rapporti sessuali.

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La soluzione va cercata nel passato: anni prima, una strega (interpretata da una poco credibile Eva Grimaldi) venne bruciata dagli abitanti del luogo e costretta a indossare “la maschera del demonio”, unico elemento in grado di contenere e bloccare la sua furia distruttiva. Va da sé che con la maschera rimossa ritorni anche il Male, che cerca in tutti i modi di prendere possesso del corpo di una sensuale Deborah Caprioglio

Lamberto Bava gira un remake del capolavoro del padre, ma il paragone non è possibile in nessun modo. Il sottile erotismo che trapelava nella pellicola di Mario Bava viene sostituito dalla totale incapacità degli attori a essere credibili (brava invece la Caprioglio, che a differenza degli altri se la cava dignitosamente, per quanto non convincente come “vergine”).

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Gli effetti speciali di Sergio Stivaletti sono buoni, anche se altrove ha fatto di meglio, ma si tratta in fondo di una produzione pensata inizialmente per la televisione (Silvio Berlusconi Communications!) e successivamente presentata al Fantafestival.

Lo stile è prettamente televisivo, la mancanza di soldi e la pessima recitazione (c’è anche Michele Soavi) fanno di questa pellicola un mezzo fallimento, anche se in qualche punto è possibile scorgere qualche divertente intuizione. Da vedere, ma solo per completezza.

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Curiosità: Deborah Caprioglio all’epoca si firmava con lo pseudonimo Deborah Kinsky per il suo legame amoroso e professionale con il poliedrico Klaus.

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